Una lunga mostra dedicata all’artista newyorkese Julian Schnabel è ospitata al Museo Correr di Venezia, un fuori Biennale decisamente meritevole. “Permanently becoming and the architecture of seeing” è un viaggio attraverso l’evoluzione artistica dell’opera di Schnabel, che propone una quarantina di opere realizzate dagli anni Settanta a oggi.
Pittura, ma non solo. Scultura, cinema e disegno; una carica espressiva fuori dal comune, impregnata di citazioni e rimandi, più o meno sottesi, che riecheggiano talenti del passato come El Greco e Tintoretto, Giotto, Goya, fino ai più evidenti rimandi all’opera di Pollock e Twombly. Il passaggio dalla pittura al cinema, svolta che segna una crescita nella ricerca personale dell’artista, è stato accompagnato dall’estro creativo e dalla solidità del lavoro. Non è un caso che la filmografia produrrà altrettanti riconoscimenti che la pittura: si pensi all’uscita del film sulla vita di Basquiat del 1996, e successivamente Prima che sia notte del 2000 (vincitore del premio Grand Jury al Festival del Cinema di Venezia), Lo scafandro e la farfalla del 2007 (vincitore del premio per la migliore regia al Festival di Cannes).
Il cinema fa dunque da compagno di viaggio nella seconda fase della sua carriera artistica, pur laddove Schnabel non abbandonerà mai la pittura. Noto come il pittore dei plate paintings, si diverte a sperimentare le più disparate basi pittoriche, alternando materiali di supporto, che variano dal velluto, alla tela cerata, da pezzi di legno provenienti da tutto il mondo a vele stoffe, fotografie, tappeti, teloni e in generale a qualunque superficie in grado di supportare i propri processi creativi. Negli ultimi anni è stata riscontrata una propensione per le grandi dimensioni, quasi a fronte di una “necessità di contenimento” dell’onda creativa propulsiva di Schnabel, rimando plausibile ai “big paintings” dell’America del dopoguerra.
Fino al 27 novembre
Museo Correr
piazza San Marco, Venezia
Info: www.museiciviciveneziani.it