La forma della pittura

Pittore, ceramista e creativo del suo tempo, Riccardo Schweizer ha avuto la fortuna di crescere con i più grandi nomi dell’arte contemporanea degli anni Cinquanta: da Picasso a Chagall fino a Carlo Scarpa. Ha frequentato l’Istituto industriale edile di Trento e si è diplomato all’Accademia di Belle arti in Veneto. Ha insegnato pittura e frequenta tra i tanti anche Le Courbusier e Jean Cocteau. Dopo la sua prima personale al Museo Picasso di Antibes nel 1958, si è trasferito in Costa Azzurra e ha intrapreso il percorso di ceramista.

La Fondazione Querini Stampalia decide così, in concomitanza dei giorni frenetici della Biennale, di dedicargli una vasta retrospettiva, omaggiando l’artista nella città in cui ha avuto origine il suo percorso creativo. A cura di Elisabetta Varisoni la mostra “Riccardo Schweizer. Pittore-Designer” intende attraversare la sua carica espressiva affidando al trattino del titolo la giusta distanza tra che si cela tra una pratica e l’altra nella poliedricità della sua figura: dalla pittura alla plasticità.

Schweizer è infatti conosciuto anche per i suoi cicli decorativi e progetti murali già a partire dagli anni Sessanta e questo grazie a una libertà espressiva d’influsso francese. La mostra affronta il suo rapporto con la materia presentando circa 50 lavori, a partire dai dipinti per toccare la produzione in ceramica fino a raggiungere le sculture in cemento e quelle in plexiglas. «Non so come dipingerò domani: di giorno in giorno mi prendono commozioni che non posso prevedere», dice di sé. Ed è nell’imprevisto che il suo spirito libero racconta la razionalità esplosiva delle sue creazioni. La scissione del movimento cubista nel segno si formalizza minuziosa nella composizione plastica dei suoi oggetti di design: Schweizer sembra equilibrare con vigore ed eleganza lo scarto dinamico tra l’irrazionalità di un gesto pittorico e il suo modellamento. In costante rapporto con le manifestazione artistiche del suo ambiente e consapevole di quanto la Società potesse riservare una fonte rinnovabile di alimentazione espressiva, ne afferma così l’indispensabilità. «Tenere conto, nella rappresentazione, di questi momenti, di queste commozioni e tensioni umane, è il mio di modo di essere moderno e realista. Tutto può succedere da questo».

Fino al 27 novembre
Fondazione Querini Stampalia
Castello 5252, Venezia
Info: 0412711411

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