Musei, le ''chicche'' secondo il Telegraph

Non sono grandi né famosi ma per chi ama l’arte i piccoli musei sono l’ideale per una visita durante un viaggio in Italia. A scovare questi tesori, risparmiati dal turismo di massa, è il quotidiano britannico Telegraph, che stila un elenco dei più belli, disseminati lungo tutta la penisola. La lista raccomanda queste “piccole perle” soprattutto a chi preferisce evitare, in un periodo di vacanza e relax, musei più impegnativi, per visitare i quali è spesso necessario affrontare lunghe code. «Se non volete dedicare un’intera giornata della vostra vacanza a un museo nazionale ma non volete rinunciare del tutto a un po’ di cultura – si legge nell’articolo – ci sono dozzine di piccole eccellenti gallerie d’arte e musei che si possono visitare in meno di un’ora senza dover fare alcuna fila».

Nell’elenco figura il museo d’arte sacra di Asciano, in provincia di Siena, dove nella prestigiosa sede di palazzo Corboli è possibile ammirare, spiega il quotidiano britannico, oltre al «tipo di opere religiose minori che ci si potrebbe aspettare di trovare in qualsiasi piccola città toscana», un’opera straordinaria come la Natività della Vergine del maestro dell’Osservanza. Il museo diocesano del Capitolo di Cortona è invece segnalato come uno dei più belli nel suo genere. La sua collezione comprende infatti una splendida Annunciazione del Beato Angelico e tre capolavori di Luca Signorelli.

Il giornale inglese parla poi del museo Stefano Bardini di Firenze, che prende il nome dall’antiquario che donò la sua collezione alla città toscana, soffermandosi in particolare sulla Madonna col bambino attribuita a Donatello e sul vasto tappeto usato in occasione della visita di Hitler a Firenze nel 1938. Un vero gioiello è il museo di San Marco a Firenze, che ha sede in un antico convento domenicano e ospita numerose opere di Beato Angelico, il quale visse in questo monastero per un certo periodo. Il Telegraph parla anche del chiostro del XV secolo come di uno dei più belli della città.

Tra i luoghi segnalati anche villa Necchi Campiglio di Milano, una residenza costruita negli anni ’30 dall’architetto Piero Portaluppi, con un ampio giardino e corredata da campo da tennis e piscina. Il complesso residenziale rispecchia lo stile di vita elevato dei proprietari, esponenti dell’alta borghesia industriale lombarda, e ospita due collezioni d’arte italiana. Sempre a Milano, il quotidiano londinese menziona lo studio museo Achille Castiglioni, ovvero la casa-studio di uno dei più importanti designer industriali italiani del XX secolo. Nella lista c’è spazio poi per il museo Cappella Sansevero di Napoli, ideato nel XVIII secolo dall’eccentrico principe Raimondo di Sangro e noto soprattutto per il famoso Cristo velato di Giuseppe Sammartino. «Non è proprio un museo – si osserva sul Telegraph, palazzo Bo’ a Padova – sede storica di un’antica ma ancora vivace università» che offre visite guidate delle sue sale. Il quotidiano si sofferma in particolar modo sulla cattedra «dalla quale Galileo sosteneva che la terra gira intorno al sole, rischiando l’esecuzione per mano dell’Inquisizione per tale eresia». «Il cortile – è ricordato nel pezzo – è ornato da centinaia di stemmi araldici e placche lasciate da ex studenti, tra cui Copernico, William Harvey, Casanova e Oliver Goldsmith».

Il museo della Zisa a Palermo ospita invece il patrimonio arabo della città. «Ma è il palazzo stesso – osserva il quotidiano britannico – omaggio del XII secolo degli invasori normanni allo stile dei governanti arabi che avevano deposto, che vale la visita». A Roma, secondo la classifica, la galleria Doria Pamphilj ospita una «magnifica collezione privata di antichi maestri nel palazzo di una famiglia aristocratica romana» e dovrebbe essere, per questo «in cima alla lista di qualsiasi visitatore della città eterna». Tra i dipinti segnalati ci sono la Salomè con la testa di Battista di Tiziano e le due opere di Caravaggio, la Maddalena penitente e Riposo durante la fuga in Egitto. Sempre nella capitale, il Telegraph invita a visitare la casa museo De Chirico, dove l’artista metafisico visse «dal 1948 fino alla sua morte nel 1978». La casa è stata aperta «nel 1998 come omaggio al maestro, con ogni elemento d’arredo posizionato quasi ossessivamente come appariva nelle immagini d’archivio dagli anni Cinquanta ai Settanta».