Bertold Stallmach (1984, Sud Africa) si esibisce nel suo primo “solo show” intitolato “Giraffe superbrain“. All’ interno degli spazi della galleria Jerome Zodo cxontemporary si è aperto il percorso didattico creato dall’artista, che vive della piena partecipazione percettivo-sensoriale del visitatore.
Ogni opera deve essere recepita, sicuramente è questo il ruolo di un’opera d’arte: interrogare gli spettatori, rendere il rapporto che li contiene vivo e costantemente attento a ciò che accade. Secondo Stallmach l’arte serve all’arte, l’arte si spiega solo con l’arte. Per il creativo esistono due forme che caratterizzano l’arte: l’alta o l’elitaria, la bassa o la popolare. La prima è comprensibile solo ai colti, la seconda non fa differenza, viene compresa da entrambi ma è cibo per il popolo.
La grande installazione che percorre la parete della galleria è suddivisa secondo queste due opzioni. Questo pensiero è suggellato nel titolo della mostra “Giraffe superbrai”n e dalla presenza di “Riksha”, un veicolo a pedali che sembra una giraffa: essa attende il visitatore che può salirci in sella e osservare le opere in movimento. L’animale ha una fotocamera sul muso e con l’aiuto di un computer è in grado di recepire il significato celato nelle opere. La biografia di “Riksha” è presente all’ingresso della galleria: cinquantasei disegni in acrilico, ventotto ritratti che raccontano i momenti essenziali della sua vita. Altri ventotto sono legati ai familiari e amici che hanno contato nella sua formazione. Presente anche una scultura, “Future of Rikshaman”, che narra le possibili evoluzioni della sua vita. Il progetto si conclude con una trama di disegni, intitolati “Concept drawings”, dove si ripercorrono le tappe del processo dietro all’ideazione di “Giraffe superbrain”.
Fino al 10 settembre
Jerome Zodo contemporary
via Lambro 7, Milano
Info: 0220241935; www.jerome-zodo.com