Il sistema dell’arte londinese continua ad interessarsi, dopo la mostra di Pino Pascali al Camden art center, a quella corrente tipicamente italiana a cui il critico Germano Celant diede il nome di Arte povera nel 1967. Lo specchio del giudizio (“The mirror of judgement“) è il titolo della nuova mostra dell’artista italiano Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933 ) alla Serpentine gallery di Londra, visibile per il periodo estivo dal 12 luglio al 17 settembre.
L’installazione, “site-specific” per la Serpentine, prende la forma di un labirinto nel quale le superfici specchianti, che si incontrano nel percorso, rappresentano le quattro religioni più importanti al mondo: il Buddismo, il Cristianesimo, l’Ebraismo e l’Islam. A quasi 50 anni di distanza dalla celebre serie dei Quadri specchianti (che furono innovativi nel gesto di includere direttamente lo spettatore e il tempo reale all’interno dell’opera), gli specchi assumono, in questo contesto, la funzione di iter-faccia tramite la quale ci si sottopone a una sorta di giudizio religioso.
Gli specchi e il tema religioso sono materie di indagine di Pistoletto fin dalla mostra Divisione e moltiplicazione dello specchio e L’arte assume la religione che si è tenuta nella galleria Persano di Torino nel 1987. Negli angoli del labirinto si aprono dei spazi sacri: un inginocchiatoio per rappresentare Il tempo dl giudizio Cristiano (2009-2011), una statua del Buddha, un tappeto per la preghiera islamica e delle superfici specchianti a forma di arco per quella ebraica. Negli specchi, oltre a riflettersi il sinuoso labirinto, si riflette lo spettatore che implicitamente entra dentro al lavoro ed è, in questo modo, chiamato a rendere conto del giudizio che impongono le diverse religioni. Lo specchio, per sua imprescindibile natura, invita a uno sguardo introspettivo verso il proprio doppio, verso quel volto che non possiamo vedere: il nostro. In questo caso, però, gli specchi non accolgono solo il nostro più intimo “altro“, ma offrono come un momento di confronto con la saggezza religiosa. Il pozzo specchio (1966-2011), per esempio, apre alla mutevolezza del cielo, riflettendo l’oblò del soffitto della galleria, il visitatore può quasi avere l’impressione di impersonare uno dei puttini della celebre Camera degli sposi dipinta dal Mantegna nel palazzo Ducale di Mantova.
Il labirinto, antichissima struttura che conosciamo fin dalla mitologia, qui dalle linee curvilinee, costruito modellando il cartone avvolge lo spettatore e lo guida fino al fulcro del percorso introspettivo, rappresentato dall’obelisco e dal Terzo Paradiso (2011). La ricerca di Pistoletto intorno ai simboli caratterizza gli ultimi anni della sua attività. Il simbolo curvilineo del terzo paradiso, il nuovo simbolo dell’infinito creato dall’artista, è costituito da una linea curva che va a formare tre anse. Questo simbolo per l’artista rappresenta “l’accoppiamento fertile tra il primo e il secondo paradiso”. L’uno naturale, precedente al morso della mela e il secondo artificiale sviluppato lentamente dall’intelligenza umana. Coloro che visiteranno la Serpentine potranno successivamente anche concedersi un momento di scambio e riflessione nella struttura temporanea creata dall’architetto svizzero Peter Zumorth, nel giardino adiacente la Serpentine. La mostra di Londra si svolge contemporaneamente a quella del museo maXXI di Roma, Michelangelo Pistoletto: Da uno a molti, 1956–1974 (chiusa il 15 agosto e Cittadellarte, fino all’11 settembre).
Fino al 17 settembre
Serpentine gallery
Kensington gardens, Londra
Info: www.serpentinegallery.org