Trenta opere di Canaletto e dei maestri della veduta esposte al palazzo Penotti Ubertini di Orta, in provincia di Novara, fino al 18 settembre. Le tele fanno rivivere l’atmosfera elegante della Serenissima, le architetture maestose e gli scorci della Venezia settecentesca, così come veniva percepita dai rampolli dell’aristocrazia europea che si vi recavano nel corso del Grand tour, il viaggio-studio per perfezionare la propria educazione. Sono stati proprio i vedutisti a veicolare il mito della città lagunare soprattutto in Inghilterra.
L’iniziativa è stata pensata specificatamente per Orta, fronteggiata dalla suggestiva Isola di san Giulio, che dell’acqua si circonda e vive, e che proprio con questa esposizione rende omaggio a Venezia, offrendo al suo pubblico la magia di un incontro vibrante e poetico con le vedute settecentesche. Perché Venezia, nelle parole della curatrice Lorenza Tonani, è «una città nutrita dalla laguna, che le permette di sfuggire alla finitudine, adagiata sul mare che la protegge e le dà vita, nata sull’acqua, collocata su un luogo ingrato e ostile. Venezia ha creato un paesaggio urbano capace di meravigliare i visitatori di ogni tempo: proprio l’acqua ne ha messo in risalto la teatralità e ha posto le condizioni della magia veneziana».
La mostra si articola in un percorso espositivo che ruota attorno a un nucleo di sette disegni di Canaletto. Il corpus grafico è di proprietà della Galleria nazionale di Arte antica di Trieste, e proviene da un album smembrato e confluito in parte a Trieste, in parte alle Gallerie dell’accademia e in parte alla fondazione Cini di Venezia: si tratta di fogli non esposti al pubblico, ragione che rende ancora più eccezionale la loro proposta in mostra. Oltre alle opere di Canaletto, sono presenti tele di Gaspare Van Wittel, Luca Carlevarijs, Francesco Guardi, Francesco Albotto, fino agli epigoni ottocenteschi del genere, quali Luigi Steffani e Giuseppe Borsato.
Info: www.palazzoubertini.com