Torino e i maestri della bomboletta

Torino, negli ultimi anni si conferma capitale della street-art con innumerevoli facciate dei palazzi che risultano essere variopinte

Torino, negli ultimi anni, ha dato più volte esempio di essere la vera capitale italiana della “street art”. Nell’autunno scorso era stata la volta del festival “PicTurin” di dare una nuova e variopinta vita a una decina di facciate di palazzi del capoluogo piemontese – tra cui quelle laterali del mostro architettonico di palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell’università di Torino – e, ora più che mai, definire la città con l’abusato aggettivo di “grigia”, sarebbe un errore.

Proprio mentre esce il bando di concorso per l’edizione 2011 del festival, alcuni degli instancabili artisti che avevano dato vita al primo “PicTurin”, hanno partecipato a un altro esaltante progetto di rivitalizzazione urbana. Attraverso il recupero temporaneo di un edificio dismesso e in attesa di demolizione situato in via Foggia 28, un ampio gruppo di talentuosi e giovani maestri della bomboletta ha dato vita a una vera e propria esaltazione dei labirintici spazi abbandonati dell’ex fabbrica Aspira. Una sublimazione “permanente fino al giorno della sua distruzione”, si legge sul comunicato stampa dell’evento, fatta di mescolanze cromatiche intense, richiami alla cultura pop tramite l’utilizzo ripetuto di celeberrime icone dei videogiochi, pareti solcate da hamburger cannibali e mostri fantascientifici che realizzano un immaginario esaltante, un luogo unico che presto non esisterà più, portandosi via, nel suo crollo, anche le tante opere che gli hanno regalato una nuova ed esaltante esistenza.

Certo, non è tutto oro quel che compone “Sub urb art”, ideato dall’associazione Urbe, ma, tra qualche scarabocchio urbano e alcune silhouette solo abbozzate, esplodono delle opere tanto violente quanto affascinanti disegnate da grandi firme della “street art” torinese e italiana. La stupenda Vanitas cibernetica di Emanuele “Rems 182” Ronco, membro del collettivo “Truly design”, presente anche con una sorprendente Medusa anamorfica che, proprio come quella del mito, si può vedere da un unico punto di vista, il gigantesco ritratto di follia dalle tinte petrolio di Fabrizio Visione, la ragazza innevata di Massimiliano Petrone e le celebri “facce” di Galo, sono solo alcune delle opere che esplodono dalle pareti dell’ex fabbrica di via Foggia e che saranno visibili fino al 31 luglio. Poi, dopo il crollo, rimarranno indelebili le immagini a testimonianza dell’estrema vitalità dell’arte urbana torinese.

Fino al 31 luglio
Ex fabbrica Aspira
via Foggia 28, Torino
Info: http://rawtellart.blogspot.com