Tutto ha inizio nel 1959. Ezio Gribaudo, neodirettore delle Edizioni d’arte Fratelli Pozzo, ha un’idea, creare una collana d’arte in cui far convergere i nomi più all’avanguardia dell’arte e della critica di quel tempo: Henry Moore, Lucio Fontana, Giorgio De Chirico, Hans Hartung, Antoni Tápies, Jean Dubuffet, Renato Guttuso, Pierre Alechinsky, Joan Miró, Asger Jorn, Francis Bacon, solo per citarne alcuni. La scintilla della personalità di Gribaudo è qui, nella sua poliedricità: da allora non ha conosciuto soste, affermandosi in breve come una delle figure più curiose e vivaci del Novecento.
La mostra Ezio Gribaudo. Viaggi della memoria. Miró, Savinio, De Chirico, Fontana, la Biennale di Venezia del 1966 e i Teatri senza tempo, a cura di Stefano Cecchetto e Maurizio Vanni, vuole riscoprire l’artista torinese, ripercorrendo le tappe più importanti della sua carriera a cavallo tra la Biennale di Venezia del 1966 e quella del 2011. Un viaggio alla scoperta dell’uomo artista, editore e creatore di eventi, che racconta il suo personale percorso artistico – dai Flani al Diario di New York passando per i Logogrifi fino ad arrivare aiTeatri della memoria, ancora in progress, e alle Gabbie – ma anche gli incontri con importanti artisti internazionali con i quali ha realizzato libri e che ha amato e collezionato. «Sono stato protagonista – scrive Gribaudo – curioso e attento alla mia vita e a quella delle persone che ho frequentato. Ho amato tutte le cose che ho fatto e ho creduto completamente nelle persone che ho incontrato e con le quali ho collaborato».
La mostra ripercorre le tappe più importanti del suo percorso artistico – i suoi luoghi della memoria – attraverso più di 50 lavori, comprese alcune sculture, a cui si aggiungono circa 25 opere della sua collezione: da Joan Miró a Alberto Savinio, Giorgio De Chirico, e Lucio Fontana, per dirne alcuni. Insieme alle opere di questi artisti, sono visibili testimonianze fotografiche che ne documentano il rapporto con Gribaudo, e le famose monografie ad essi dedicate in veste di editore d’arte. E con l’editoria resta un rapporto esclusivo, quasi materico, che portò Pierre Restany, nel 1966 (anno in cui l’artista torinese vinse il Premio per la Grafica alla Biennale di Venezia), a scrivere che «il mondo di Ezio Gribaudo è il mondo della tipografia, dell’impressione, dell’edizione. Le matrici, i piombi, i clichés della fotoincisione si sono imposti a lui nella loro piena virtualità espressiva, come una fonte inesauribile di immagini poetiche e nuove… Ezio Gribaudo ha saputo ritrovare l’essenza di tutti i miti».
Fino al 28 agosto
Lucca center of contemporary art
via della Fratta, 36 55100 Lucca
Info: www.luccamuseum.com