L'acqua della chimica

Nell’atrio dell’acquario civico di Milano Mario Washington espone fotografie che si rapportano all’acqua, elemento fluido e fondamentale che partecipa alla composizione naturale del mondo. In trenta scatti l’artista scompone le derivazioni chimiche dovute all’H20: l’acqua entra, penetra, corrode, rovina, purifica la materia. Quando è attraversata dalla luce e dall’ombra questo elemento produce stati metafisici da ammirare e contemplare.

Il 2011 è l’anno internazionale della chimica. «Ho pensato di realizzare una mostra cercando un soggetto che fosse connesso al tema e al luogo dove ho esposto, ovvero l’acquario – spiega l’artista – ho pensato all’acqua: è l’elemento che preferisco. Ho indagato sugli effetti benefici e collaterali che ha l’acqua sulla chimica e sulla materia. Per esempio la ruggine, la condensa, la corrosione, la consunzione. Ho realizzato fotografie, andando in giro per i luoghi che si ispiravano al tema che avevo scelto». Oltre a indagare le conseguenze naturali che nascono dal rapporto con l’acqua, Washington ha anche esplorato le conseguenze dovute all’azione umana, come l’uso dei depuratori e dei canali di scolo. «Un insieme, un connubio di soggetti differenti – prosegue l’artista – ogni soggetto ha la sua storia. I più importanti soggetti su cui ho concentrato la mia attenzione sono la ruggine, l’invecchiamento, e la vita che nasce dall’acqua, come il muschio. Tutto ciò disegna un cerchio che continua a fare il suo giro».

Le sue immagini vengono impresse con il metodo di stampa diretta a getto d’inchiostro Uv su resina: è la prima volta che vengono esposte fotografie di questo genere. In una sua opera intitolata Sicurezze passate s’intravede una serratura. È quella del cancello della chiesa dove si sono sposati i genitori dell’artista. In una fotografia tradizionale non dovrebbe essere separata dal suo cancello, invece in essa ci si sofferma sul particolare arrugginito che la caratterizza. Ciò che ne nasce è un quadro astratto, una congiunzione tra pittura e fotografia a livello ottico, che non viene subito compreso dal visitatore per quello che è, ovvero la serratura di una cancellata. «Uso la fotografia come forma d’espressione – conclude Mario Washington riflettendo sulle sue ricerche – i miei temi sono le ombre e le luci. Sì, giochi di luci che si creano con le ombre. Essi sono gli elementi su cui mi sono concentrato di più. Tento di attuare un’astrazione quando creo. La fotografia è la rappresentazione meccanica attraverso l’impressione dell’immagine su negativo grazie alla luce. La fotografia è la rappresentazione cruda della realtà, ovvero quello che vedi e quello che è. Cerco dei punti di vista che cambiano l’aspetto meccanico della visione fotografica».

Fino al 4 settembre
Acquario civico
viale Gadio 2, Milano
Info: 3396278074; www.clickgallerymilano.com