La Toscana della Biennale

Parla di democrazia diffusa: un’operazione che definisce ironicamente «maoista». Vittorio Sgarbi, curatore sia del padiglione Italia alla 54esima Biennale di Venezia che delle sue estensioni territoriali, è entusiasta: «Stiamo avendo un successo non annunciato, ma dimostrato. Stiamo restituendo la Biennale agli artisti».

Il padiglione Italia, quest’anno s’intitola “L’arte non è cosa nostra”. E cogliendo la provocazione, ci si potrebbe chiedere: di chi è l’arte? Potrebbe essere questo il "fil rouge" che lega tutti i padiglioni locali inaugurati nelle scorse settimane, e quella strana esigenza di democrazia. Ma andiamo con ordine.

Inaugura il13 luglio il padiglione Toscana, con doppio appuntamento a Firenze, nella lussuosa cornice di Villa Bardini, e a Prato, alla Project room del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, entrambe scelte come sedi. A Villa Bardini espongono 26 artisti già affermati, mentre Prato, coerentemente con la sua vocazione, ospita 20 artisti emergenti. Insieme, questi 46 autori, rappresentano il complesso dell’operazione.

Padiglione Toscana, esatto: parente stretto di padiglione Lombardia, Piemonte, Sardegna, e di tutti gli altri padiglioni locali. Quello di estendere a tutte le regioni l’investitura di ospiti della prestigiosa kermesse lagunare è un progetto – racconta Sgarbi – «pensato anche in occasione del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, ma soprattutto fondato sulla volontà di estendere le presenze dell’arte. Questa è l’arte in Italia. Questa è la Biennale. Ogni regione espone i suoi artisti, combattendo la discriminazione del Questo sì questo no». E qui sta il punto d’orgoglio del critico ferrarese, anche se ci sono voci contrastanti che lo indicano come «un parroco che non sceglie, ma accontenta tutti».

Ecco quindi spiegato il concetto di democrazia diffusa: «Un’iniziativa – aggiunge Marco Bazzini, direttore del Centro Pecci – che vuole rappresentare la coralità delle diverse voci regionali». A Prato, tra le altre opere, c’è da ricordare la scultura effimera di Fabrizio Corneli, visibile solo a una certa ora, per via del gioco di ombre che compongono il volto raffigurato. A villa Bardini, invece, espongono tra gli altri Mauro Lovi, Giulio Greco e Guglielmo Malato.

Fino al 9 ottobre
Padiglione Toscana
Bardini contemporanea by Moba
costa San Giorgio 6/a
Info: www.moba.fi.it

Fino al 18 settembre
Padiglione Toscana
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277
Info: www.centropecci.it

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