Cibo per la mente

Si chiamano Officine grandi riparazioni, edificate alla fine del XIX secolo in una Torino già non più capitale della neoistituita Italia, rappresentavano la vocazione industriale di una città che vantava una solida storia politico-amministrativa. Il passaggio da sede del potere reale a grande città dell’industria manifatturiera ha probabilmente segnato l’indole di un capoluogo che oggi, a distanza di oltre un secolo, vive una nuova metamorfosi: dall’industria ai servizi, Torino è diventata capitale della contemporaneità, della cultura e dei grandi eventi. Due decenni di storia recente hanno trasformato il territorio e i suoi abitanti, rendendoli curiosi, attenti e abituati ai cosiddetti consumi esperienziali.

In questo fermento, le Officine grandi riparazioni – ormai archeologia industriale cittadina – riprendono vita in occasione dei festeggiamenti del 150esimo e si trasformano in un contenitore ancora ibrido, le cui parole chiave sono cultura e divertimento. Nonostante il “balletto istituzionale” degli ultimi mesi (il progetto Ogr ha subìto una battuta d’arresto ed è tuttora al vaglio della nuova giunta comunale) l’area sarà presa in gestione dalla Fondazione Ogr-Crt incaricata di realizzare, in occasione dell’Expo 2015, il nuovo polo della creatività e dell’innovazione scientifica e culturale. Un importante piano di rilancio e valorizzazione per un investimento previsto di oltre 100 milioni di euro. Angelo Miglietta, segretario generale della Fondazione Crt spiega: «Il progetto Ogr rappresenta un passo fondamentale per rafforzare l’identità di Torino come luogo di sperimentazione, produzione ed esposizione nell’ambito delle culture moderne e contemporanee. Ogr dovrà progettare, produrre e comunicare conoscenza pubblica attraverso modalità inclusive, in un mix di cultura e scienza che si concretizza nella valorizzazione della creatività».

Intanto però, tra un nubifragio e un acquazzone che nei giorni scorsi hanno allagato parte dell’area espositiva, le Ogr vivono un’estate intensa, all’insegna dell’eterogeneità. Un’offerta culturale variopinta, leggera e fresca, rivolta prima di tutto ai torinesi e perfettamente integrata nel territorio, contribuisce a rendere familiare quello che è già diventato uno tra gli spazi maggiormente frequentati della città, pur non trovandosi in centro. Accanto alle grandi mostre interattive inaugurate a marzo (Fare gli Italiani. 150 anni di storia nazionale; Stazione futuro. Qui si rifà l’Italia; Il futuro nelle mani. Artieri domani), una serie di eventi animano lo spazio della ex-fabbrica, dell’Area incontri e dei 2.500 metri quadrati del Giardino italiano.

«Musica, spettacolo, aperitivi, cene e le grandi emozioni delle mostre dei 150» recita il depliant informativo sul quale campeggiano, come nuvole, enormi pesci che nuotano in un’estate tutta “da pescare” (è curioso notare quanto l’iconografia grafica familiarizzi con quella della Big, la Biennale dei giovani artisti di Torino). E i pesci da pescare sono davvero numerosi: il programma della rassegna estiva inaugurata il 27 maggio offre davvero l’imbarazzo della scelta. Diversi i filoni tematici sviluppati nei diversi spazi delle Ogr, al chiuso o all’aperto: si passa dalla storia e dall’italianità che tanto vanno di moda in questi mesi, alle scienze, si parla di riuso, riciclo e innovazione. Si susseguono aperitivi, degustazioni, laboratori e incontri e ancora teatro e letture.

A partire dal 23 luglio, per allietare l’estate di chi resta in città, ha luogo una pregevole rassegna jazz organizzata con la collaborazione del Jazz club Torino. Talenti piemontesi e musicisti internazionali animeranno le serate estive, con particolare attenzione alle giovane promesse della Turin youth jazz orchestra (23 luglio) e del Color swing trio (5 agosto). Le note jazz allieteranno tutto il mese di agosto, alternando nomi noti e meno noti e chiudendo con la Torino jazz orchestra otet (26 agosto) e Dino Piana/Fulvio Albano quintet (27 agosto).

Durante il mese di agosto si susseguiranno anche concerti di musica classica e teatro, da non perdere: Ho visto Nina volare, un omaggio a Fabrizio De André interpretato dalla voce di Laura Curino, accompagnata da Gigi Venegoni e Bruno Maria Ferraro. Da segnalare anche gli appuntamenti a cura di Assemblea teatro, nella settimana di ferragosto. In particolare Il peso della farfalla, tratto da un testo di Erri De Luca, interpretato Gisella Bein, Mauro Monni, Angelo Scarafiotti accompagnati dai musicisti Anna Barbero (piano) e Edoardo De Angelis (violino).

Non mancherà anche la danza contemporanea che il 3 settembre vedrà sul palco Trittico Tricolore, compagnia composta da danzatori italiani (Eleonora Mercatali e Elena Rolla) e burkinabé (Sayouba Siguè e Serge Somè). Tra un incontro e un concerto, gli “estivori” potranno concedersi, quale appuntamento fisso, l’Aperitivo Martini accompagnato da dj set tutti i giovedì sera oppure scegliere le specialità preparate nell’area grill del lounge bar Terrazza grill brek.

Insomma, alle Officine grandi riparazioni ce n’è per tutti i gusti, per nutrire lo stomaco e il cervello o semplicemente per evadere un po’ dalla routine e concedersi una pausa rilassante. Nella città che si vanta di aver inventato i “punti verdi” del sollievo estivo, in attesa che la politica confermi la destinazione d’uso del suggestivo spazio industriale, si può sorseggiare un cocktail ascoltando musica o assistere a un incontro tematico. Sperando che anche gli amministratori pubblici si concedano una pausa alle Ogr e, tra un contrabbasso e una lettura, prendano la decisione più giusta per la collettività.

Fino al 29 settembre
Officine grandi riparazioni, via Castelfidardo 22, Torino
Info: 0114992333; www.officinegrandiriparazioni.it

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