L’Umbria della cultura, della tradizione, della memoria d’intellettuali, artisti e letterati che animarono un tempo l’atteso e prestigioso Festival dei 2 mondi, si fa teatro, all’ombra di così insigni memorie, delle deplorevoli sceneggiate di quanti si arrogano oggi il titolo di “intellettuali”.
Edizione numero 54 del noto Festival, idem per la Biennale di Venezia, che proprio nella fervente Spoleto ha voluto localizzare il padiglione Italia per la regione Umbria. Nel corso della presentazione al pubblico dei progetti artistici presenti nella città, al cospetto dei nuovi volti dello scenario culturale e una serie di noti-ignoti artisti umbri, ecco che Sgarbi-gentiluomo, curatore eletto delle mostre del festival e del padiglione Italia ricopre di improperi, con la finezza che lo contraddistingue, l’inopportuna Marina Ripa Di Meana. La diva, infatti, non appena sopraggiunta alla presentazione di Palazzo Racani Arroni, ha rovesciato addosso al critico ferrarese un liquido contenuto in un barattolo di vetro con sopra l’etichetta Piscio d’artista. Non è il caso di indagare fino a che punto si sia trattato di manie di protagonismo, tipiche di personaggi che, avendo poco da dire, son costretti a fare, o forse di una crisi dettata dall’età, o semplicemente, come la “principessa” ha dichiarato alla stampa, dopo il suo nobile gesto della doccia di urina, di un’operazione di censura contro il curatore, permessosi di togliere una delle quattro foto proposte dal fotografo Lorenzo Cappellini. L’artista era stato selezionato casualmente da Carlo Ripa Di Meana, presentando quattro scatti, uno dei quali, quello escluso, raffigurante proprio i coniugi Ripa Di Meana in compagnia del povero Alberto Moravia, intellettuale d’altri tempi. Dopo vani tentativi di convincimento, lo spazio preposto alla foto è stato lasciato vuoto, in quanto a detta di Sgarbi «non sarebbe importato a nessuno di quei due vecchi rincoglioniti».
Con le turbolenze del caso s’è dunque insediata a palazzo Collicola la sezione Umbria del padiglione Italia, della Biennale più sofferta della storia. In mostra sono stati selezionati un corposo numero di artisti vivi e attivi sul territorio regionale. Fra questi: Andrea Abbatangelo, Marco Agostinelli, Sauro Cardinali, Cristiano Carotti, Carmine Ciccarini, Diego Cinello, Michele Ciribifera, Mario Consiglio, Desiderio, Elena di Felice, Tommaso Faraci, Marino Ficola, Simona Frillici, Kindergarten Ugo Levita, Giorgio Lupattelli, Bruno Marcelloni, Francesco Marcolini, Marco Mariucci, Rita Miranda, Gianluca Murasecchi, Riccardo Murelli, Andrea Pinchi, David Pompili, Sabrina Ragucci, Pierpaolo Ramotto, Silvia Ranchiccio, Piero Raspi, Nicola Renzi, Paolo Rinaldi, Sofia Rocchetti, Mario Santoro, Franco Troiani, Lisa Wade e Antonella Zazzera.
Un esperimento per tutti, quello proposto dai fotografi Antonelo & Montesi, “Ypsilom” (nella foto in alto), che prevede la consegna di un gadget per il pubblico: l’occhiale 3d, cui si consiglia, naturalmente, ad un po’ di leggerezza critica. La stereoscopia è la complessa tecnica adottata che consente la realizzazione delle immagini tridimensionali. Inventata nel 1832, trova nelle nuove tecnologie una sorta di perfezione stilistica, in grado di rivelare all’occhio coperto dalle lenti bicrome, lo stupore della verisimiglianza. Ed ecco svelato il mistero del flaccidume epidermico, celato nella macro-gigantografia di Lui e lei, in versione pene&signora.
Fino al 27 novembre
Piazza Collicola, Spoleto
Info: www.palazzocollicola.it