Elogio del dubbio

Elogio del dubbio, l’esibizione curata da Caroline Bourgeois a Punta della Dogana, Venezia, presenta una selezione di opere create da circa venti artisti della collezione di François Pinault mai mostrate nelle precedenti esposizioni veneziane: Adel Abdessemed, Marcel Broodthaers, Maurizio Cattelan, Dan Flavin, Subodh Gupta, David Hammons, Roni Horn, Thomas Houseago, Donald Judd, Edward Kienholz, Jeff Koons, Paul McCarthy, Julie Mehretu, Bruce Nauman, Sigmar Polke, Thomas Shütte, Elaine Sturtevant, Tatiana Trouvé, Chen Zhen. I temi esplorati dai lavori in mostra sono il turbamento, l’identità priva di certezze, la fragilità propria dell’essere umano, la relazione tra la sfera intima, personale e quella dell’opera.

Dopo il grande successo ottenuto dall’esposizione “Mapping the studio: artisti della collezione François Pinault”, aperta a Punta della Dogana e terminata all’interno delle stanze di palazzo Grassi, queste due sedihanno instaurato un rapporto di trasposizione a livello espositivo. Dunque il 2 giugno a palazzo Grassi apparirà una sorta di prolungamento della mostra in corso nell’altra sede, anche se il titolo sarà Il mondo vi appartiene. Sempre curata da Caroline Bourgeois, l’esposizione focalizzerà sui limiti tradizionali della geografia e dell’arte, approfondendo anche il rapporto che intercorre tra l’uomo, il mondo e l’altro. Il visitatore potrà ammirare i lavori di quaranta artisti provenienti da venti paesi selezionati sempre dalla collezione François Pinault.

Caroline Bourgeois è molto conosciuta sul palcoscenico internazionale. Si ricordano tra le varie mostre che ha curato: Valie Export (2003) e "Qui a peur des artistes?" (2009) a Dinard. In Elogio del dubbio le opere cavalcano cinquant’anni di storia dell’arte partendo dagli anni ’60 fino a oggi. «Questa esposizione bene illustra la passione e l’impegno del collezionista François Pinault che ha l’audacia di uscire dai percorsi più evidenti e più prevedibili – dice la Bourgeois – l’approccio minimale delle sculture di Donald Judd e Dan Flavin, all’ingresso in mostra, tende a fondere l’estetica nella sensazione, mentre i trofei deviati di Maurizio Cattelan e David Hammons, divenuti ormai emblematici della prima sala di Punta della Dogana, tentano di afferrare il senso di questa insopprimibile voglia di possesso, segno esteriore di un certo potere».

Fino al 31 dicembre 2012
Punta della Dogana, Dorsoduro 1, Venezia
Info: 0415231680

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