Russo, il maestro dei luoghi

È dedicato ad Alessandro Russo (Catanzaro, 1953) il terzo appuntamento espositivo proposto dalla fondazione Rocco Guglielmo. Dopo la mostra inaugurale La costante cosmologica al complesso monumentale di San Giovanni e l’apertura di Gehard Demetz con "Mutterland"-l’età estranea, alla Casa della memoria, la fondazione presenta Umanità, maschere, luoghi. L’esposizione propone il lavoro degli ultimi trent’anni di pittura dell’artista calabrese, docente dell’accademia di Belle arti di Catanzaro. Il progetto rientra nel ciclo di mostre dal titolo Territorio, nato con l’obiettivo di approfondire e valorizzare i migliori artisti calabresi contemporanei.

La mostra, a cura di Gianluca Marziani, direttore artistico della fondazione Rocco Guglielmo, si divide in due sezioni: al primo piano del complesso di San Giovanni si trovano i quadri degli anni Ottanta e Novanta (ritratti, maschere, scene), mentre al secondo piano viene presentata la nuova produzione dell’artista. Tema ricorrente nelle opere di Russo sono paesaggi e strutture industriali, visioni tratte proprio dal territorio calabrese. La sua è una pittura in apparenza placida che in realtà sottolinea il disfacimento di alcuni luoghi della sua terra, quindi dirompende, di denuncia forte ma non urlata. Il catalogo della Rubbettino editore prevede testi di Gianluca Marziani, Domenico Piraina, Alessandra Redaelli e Luigi Tassoni. «Alessandro Russo – scrive la Radaelli – è un pittore modernissimo dalla sapienza antica. Pochi colpi di pennello assestati con una perizia sbalorditiva gli bastano per raccontare il male oscuro del mondo, la sua fame avida e insaziabile nella quale è contenuta, inesorabile, la sua fine. I colori sono materici, ruvidi, di una consistenza pastosa e carnosa che invita a toccarli, a passarvi i polpastrelli, a saggiarne la morbidezza per conservarne qualche traccia sulla pelle».

Quindi pittura consistente nella forma e nella sostanza, nel messaggio e nella pratica realizzativa. Il colore parla, spiega con meraviglia dello spettatore, la sofferenza e la disperazione dei luoghi, di un territorio che ha bisogno di riscattarsi e ha trovato nella sensibilità del gesto artistico di Russo la sua valvola di sfogo. Ogni pittura racconta una storia, tra le pennellate vengono tracciati i contorni di una concreta spinta riflessiva.

Fino al 31 maggio
complesso monumentale di San Giovanni, Catanzaro
Info: 800609433; www.fondazioneroccoguglielmo.it