Giovani e arrabbiati

«I tre giovani arrabbiati del sottotitolo – scrive Christoph Vitali, uno dei due curatori della mostra – sono certamente gli artisti più importanti della Spagna del XX secolo. Nella produzione giovanile esposta, che copre circa un trentennio, si rilevano tuttavia evidenti differenze». Ad accomunarli sono invece le tensioni, le sollecitazioni, le domande a cui rispondere, come si vede fin dal prologo. La mostra Picasso, Miró, Dalí. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità si apre in maniera assai bizzarra: con una statua classica e una maschera tribale. E no, non ci siamo confusi: «Qui ha inizio il viaggio», recita appunto la didascalia del prologo. La pannellatura che accoglie le due sculture presenta un vistoso taglio a v, ed è proprio nello spazio tra la scultura classica e quella tribale che vengono proiettati i disegni tratti dal "Cahier 7" di Picasso.

E quindi, a ben guardare, la mostra si apre con una lotta: quella tra la legge del classico e il richiamo del primitivo, e suggerisce sullo sfondo un’ intuizione della “soluzione” di questa lotta. Si apre con le domande sul che fare? Inizia il suo percorso con la domanda comune di Picasso, Mirò e Dalì sul come conquistare il moderno senza rinunciare a una cultura ereditata e vernacolare, e ci invita a vedere quale soluzione ha trovato la modernità.

«Il percorso narrativo della mostra è organizzato come un viaggio a ritroso – racconta Eugenio Carmona, curatore dell’evento insieme a Vitali – e si pone l’obiettivo di raccontare al visitatore le radici comuni di uno stile che ha reso celebri i tre maestri nel mondo». Un viaggio che procede per tappe: i “pensieri” in cui sono organizzate le sezioni della mostra. Questo approccio cinematografico, come lo ha definito James Bradburne, direttore della fondazione Strozzi che ospita l’evento, ha la capacità di raccontare le differenze e le relazioni stilistiche dei tre pittori attraverso flash narrativi. Quale rapporto con il classico? Risponderanno Composizione con tre figure, L’accademia neocubista oppure Ritratto di mia sorella di un giovanissimo Dalí. Quale quello con la pittura contemporanea? Le tele antipittoriche di Miró parleranno di Pittura-Poema, oppure degli influssi futuristi in Autoritratto.

Singoli pensieri che viaggiano attraverso gli "ismi" del XX secolo: dal Noucentismo al Futurismo, agli esordi del Cubismo. È esposto per la prima volta fuori dalla Spagna il quaderno degli schizzi di Picasso, che contiene i primissimi abbozzi per il suo rivoluzionario capolavoro "Les demoiselles d’Avignon". Di Picasso sono esposti anche I due saltimbanchi e Donna che stira oltre a Donna che piange, pienamente cubista. L’epilogo di questo viaggio presenta tre quadri “maturi” di ciascun autore, a dimostrare che «il principio è la fine, e la fine è il principio».

Fino al 17 luglio
palazzo Strozzi, Firenze
Info: 0552645155; www.palazzostrozzi.org

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