Il fascino dell'Oriente

«Due mondi, Occidente e Oriente, si incontrano nelle tessiture del viaggio, sulle piste dilatate del deserto, nei regni delle carovane, fra odori, colori, brusii delle città, nelle stanze segrete dell’harem e le movenze inebrianti di suonatori e danzatrici. L’Oriente raccontato dai capolavori esposti nella mostra si specchia in altri capolavori, stavolta incastonati nel paesaggio: le architetture moresche del Salento. Pagine d’arte e della cultura di due mondi oggi quanto mai vicini e dialoganti», scrive Emanuel Angiuli, curatore della mostra "Incanti e scoperte. L’Oriente nella pittura dell’Ottocento italiano" insieme ad Anna Villari.

Un’esposizione che si svolge a palazzo Marra, sede della Pinacoteca De Nittis, a Barletta. Al di là dell’Adriatico, Paesaggi, Le città e gli incontri, Sognando le odalische sono le sezioni della mostra. L’Ottocento italiano ha raccontato con estrema maestria il mondo orientale di piaceri proibiti, odalische, harem, hammam, a cominciare dal pittore Francesco Hayez che, veneziano, non andò mai in quelle terre ma riuscì a descrivere perfettamente il contesto di quella cultura fatta di erotismo e fascino. Una cultura, quella orientale, non particolarmente lontana ma estremamente diversa dalla nostra, come dimostrano le opere in mostra.

Si può continuare con l’artista Ippolito Caffi che visitò Costantinopoli, Smirne, Efeso e il Cairo, o con artisti parmensi come Alberto Pasini e Roberto Guastalla. Guastalla, oltre agli strumenti pittorici, si munì di macchina fotografica nei suoi viaggi. Stefano Ussi, fiorentino, visitò l’Egitto e lavorò per il Pascià, poi andò in Marocco insieme a Carlo Biseo con cui nacque la collaborazione per l’illustrazione di "Marocco" di Edmondo De Amicis. Altri artisti impegnati nella realizzazione di opere sull’Oriente furono Federico Faruffini, Eugenio Zampighi, Pompeo Mariani Augusto Valli, Giulio Viotti, Achille Glisenti, Giuseppe Molteni. Mentre le avventure legate al mondo orientale continuano, nel Sud, con Domenico Morelli, napoletano, che non si recò mai in quei territori, Vincenzo Marinelli, Fabio Fabbi, il siciliano Ettore Cercone e il pugliese Francesco Netti, con i loro scenografici olii. Quest’ultimo fu protagonista di una versione intimista di quei paesi dopo un viaggio in Turchia. La mostra è promossa dal comune di Barletta e dalla regione Puglia.

Fino 5 giugno 
Palazzo Marra-Pinacoteca Giuseppe De Nittis
via Enrico Cialdini 74, Barletta
Info: 0883578613; www.comune.barletta.ba.it

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