L'anima del Novecento

Dipinti, sculture e disegni. Alberto Giacometti, una delle icone del mondo della scultura e della pittura rivive nella mostra a lui dedicata, L’anima del Novecento, al Maga di Gallarate. Grazie agli eredi dell’artista, che hanno concesso il permesso di esaminare le loro collezioni private, è stato possibile per il curatore Michael Peppiatt documentare e archiviare molte opere dell’artista svizzero.

Formatosi a Ginevra e Parigi, Giacometti entra nel 1928 nel movimento Surrealista e ne rimane coinvolto fino al 1935. Una fase dedicata all’inconscio e all’immaginazione che lo porta a creare sculture memorabili quali Uomo e donna oppure "Boule pendu": ricorrenti, sempre nei primi anni Trenta, anche diversi elementi che alludono a parti anatomiche e organi sessuali. Chiusa la fase surrealista l’artista si sposta dal mito e dal sogno all’osservazione diretta della realtà, unendola a un’accurata ricerca per i materiali e le tecniche stilistiche. Il suo interesse per la scultura, fino a quel momento preponderante, lascia spazio anche a diversi dipinti e disegni che continuano a ritrarre elementi ripresi dal vero: sempre presenti i famigliari, gli oggetti della sua quotidianità così come i paesaggi. Le figure ritratte sono immobili e frontali, circondate da una cornice che le allontana dallo spazio circostante, isolandole completamente.

Peppiatt guida lo spettatore nell’universo dell’artista con opere che coprono l’intero percorso della ricerca artistica di Giacometti, con tanto di sezione documentaristica che completa la mostra, raccontando non solo l’artista ma anche l’uomo. Ecco quindi foto che lo ritraggono al lavoro e che raccontano delle sue frequentazioni. Per l’occasione il Maga, in collaborazione con Electa, pubblica un cofanetto che contiene la traduzione italiana del volume di Michael Peppiatt Nello studio di Giacometti e il catalogo completo delle opere in mostra con schede critiche di Casimiro Di Crescenzo. Inoltre, un inedito racconto sonoro accompagna lo spettatore nel corso della mostra. Il Maga, infatti, ha creato e prodotto delle audioguide nelle quali è la voce stessa di Giacometti, attraverso una serie di estratti da interviste, a spiegare le opere e l’intera mostra. Peppiatt commenta così il suo operato: «È un materiale che getta nuova luce sul modo di lavorare di Giacometti, afflitto da una specie di compulsione al bozzetto. C’è un qualcosa di intimo in questi lavori, che mi hanno permesso di spaziare fa 300 disegni, ed ero commosso. Sentivo quasi la presenza di Giacometti, come se i suoi schizzi stessero cadendo direttamente dalle sue mani. Ha scarabocchiato ovunque: sulle pagine dei libri, su pezzi di carta presi nei caffè».

Fino al 5 giugno
Maga
via dei Magri 1, Gallarate (Varese)
Info: www.museomaga.it

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