Roma progetta la sua nuova Quadriennale e l’ha affidata a un presidente di formazione internazionale, Jas Gawronski, che aspira a collocarla nell’orbita delle manifestazioni di punta del contemporaneo. L’abbiamo incontrato.
Esordirei con gli auguri al nuovo presidente che con l’incarico raccoglie un pezzo consistente della storia culturale e artistica espressa da questa città. In un momento tanto complesso, quale responsabilità sente di assumersi, lei che con l’arte ha rapporti d’appassionato?
«Quando nella vita mi si presenta l’opportunità di allargare le possibilità operative, di spaziare approfondendo i miei interessi, la colgo con gioia. Non amo la ripetitività e questo incarico che comprende sia aspetti legati all’attività di programmazione delle mostre che altri, direttamente collegati alla vita, lo ritengo un arricchimento».
Recente l’ingresso della regione Lazio nel cda: la presidente della regione Renata Polverini, in visita, s’è detta affascinata dai contenuti e dalle atmosfere seicentesche di villa Carpegna. Cosa ne pensa?
«Un segnale molto importante, in verità eredità del mio predecessore. Il fatto che un’istituzione come la regione dimostri tale sensibilità lascia comunque ben sperare su quello che ritengo sarà uno dei miei compiti principali, attrarre finanziamenti dal mondo delle imprese».
Viene da chiedersi se sia realistico immaginare imprenditori mecenati che trovino redditizio sostenere a Roma anche il futuro dell’arte oltre che un meraviglioso passato. Vedi Della Valle con il Colosseo?
«I mecenati sono sì benefattori, ma non più a senso unico. Il passato è certo un investimento d’immagine sicuro, per il futuro bisogna offrire suggestioni forti, di cui si parli, e la Quadriennale dovrebbe contribuire a questo».
Tornando alle specificità della Quadriennale, nella sua lunga e travagliata esistenza è stata anche definita, “‘il più inutile degli enti inutili”, un pensiero riaffaciatosi di recente. Possiamo ora considerarla fuori pericolo?
«Capisco che ci siano pareri discordanti, può capitare addirittura una semplicistica identificazione con lo storico palazzo delle Esposizioni. Penso perciò ne vada incentivata l’immagine, la sostanza, la carne. Far sapere che serve davvero, che è un mezzo di promozione indispensabile per l’arte contemporanea del nostro paese. Il mio sogno è farne un attraente contenitore di tendenza, uno strumento per esportare cultura».
Operando, se ho ben compreso, una rarefazione, tipo Biennali veneziane. Paradossalmente proprio ora che, per la sua 54ma edizione, Vittorio Sgarbi invita mille artisti, dislocati per l’intero paese, ricalcando le affollatissime e contestate Quadriennali degli anni ‘50 e attuando una sorta di federalismo dell’arte. Qual’è il suo pensiero?
«Credo che tutto quello che allarga il campo dell’arte e fa sì che se ne interessino più persone possibili, sia positivo. Magari, superato il rischio di provincialismo, merito e qualità potrebbero venire fuori».
Qualche indizio sulla XVI edizione, prevista nel 2012. “L’opera mostra e la critica dimostra il presente continuo dell’arte” per citare Achille Bonito Oliva. I critici resteranno saldamente attestati al comando?
«Forse questo potrà cambiare, anche se è un po’ presto per dirlo, visto che stiamo per tenere il primo cda. Personalmente sono contrario a impostazioni dove finisce per crearsi un asse rigido ma naturalmente si deciderà insieme. Una mia ipotesi sarebbe coinvolgere una commissione di artisti e un solo curatore. Una grossa personalità che risponda a critiche ed elogi e sappia convincere sul piano internazionale. Insomma, mi sento di dire che il sistema che c’è stato finora verrà superato».
Una risonanza internazionale nei programmi della fondazione?
«Nell’idea d’espansione delle attività conto molto nella comunicazione di ritorno. Quanto ci viene rinviato dai media internazionali assume un peso reale, che si riverbera sul risultato interno. La Quadriennale, che nasce italiana, deve dialogare con il mondo».
In Italia pare sempre più diffuso un amore per l’arte classica depositata nei musei, il Mibac rileva un 15% di presenze in più nel 2010, piuttosto che la fede verso le ricerche dei nostri giovani artisti.
«L’Italia arriva sempre un po’ in ritardo, nel resto dell’Europa e negli Stati uniti è il contemporaneo che tira, sia nelle aste che nelle esposizioni. Ho visto il mese scorso, a Parigi, una mostra di Basquiat, l’ho concosciuto quando era uno di quei giovani artisti di cui lei parla, poi è esploso, malgrado a New york ci sia il Metropolitan con le sue antichità. Voglio dire: i musei attirano la gente verso l’arte, ed è un primo passo. Che ci auguriamo possa proseguire con il contemporaneo».
IL PRESIDENTE
Dalla Rai all’arte
Jas Gawronski nasce a Vienna il 7 febbraio 1936 dall’ambasciatore polacco in Austria Jan Gawronski e da Luciana Frassati, figlia del fondatore e direttore della Stampa e della pittrice Adelaide Ametis, che espose più volte alla Biennale di Venezia. Si laurea in giurisprudenza a Roma e inizia subito a lavorare come corrispondente in Europa dell’Est. Collabora a diversi programmi con Enzo Biagi e Sergio Zavoli, è corrispondente per la Rai da Vietnam, India, New York, Parigi, Mosca e Varsavia. Dal 1985 cura programmi televisivi di carattere politico e scientifico. Collabora con la Stampa, il New York Times e l’International Herald Tribune, oltre ad avere pubblicato diversi libri. Entra in politica nel 1981 con il Pri come deputato ed è poi eletto senatore, incarico che lascia una volta divenuto membro del Parlamento europeo. Il primo febbraio è stato nominato dal ministro Bondi presidente della Quadriennale di Roma in sostituzione di Gino Agnese.
LA SEDE
A villa Carpegna dal 2004
La fondazione Quadriennale promuove l’arte contemporanea italiana. L’attività espositiva ne rappresenta il cuore. Riceve contributi dal ministero per i Beni e le attività culturali e dal comune di Roma, perseguendo così le attività statutarie. L’organigramma prevede un presidente, un consiglio d’amministrazione e uno staff operativo. Ha sede dal 2004 a villa Carpegna, restaurato casino nobile romano d’origini seicentesche, ma il legame con la dimora storica di palazzo delle Esposizioni non è interrotto: continuerà a essere la sede privilegiata delle future Quadriennali. La prossima è prevista nel 2012. La sede dispone di spazi operativi e per eventi culturali ed è affiancata da un secondo edificio che ospita l’archivio storico e la biblioteca della Quadriennale. Info: 069774531; www.quadriennalediroma.org.