Un’italiana con l’amore per il Giappone. Un legame che trasuda dai suoi lavori digitali, correlati da un’estetica estremamente moderna, cibernetica e mediatica. Japi Honoo ha fatto della fotomanipolazione un prolungamento di sé stessa. L’arte digitale, infatti, è l’espressione più vivace e florida del suo essere donna. È la ricerca dell’essenza della femminilità nella nostra era, in una società che fa sempre più uso delle forme del gentil sesso, impiegate da secoli per la loro bellezza: «Sono attratta dai corpi nudi, dai difetti, e nella mia ricerca la creazione si spinge ben oltre la quotidianità. Le mie sono immagini mentali di corpi, di desideri e di quell’entusiasmo che dà vita alla scintilla artistica. I miei soggetti sono l’espressione del mio essere donna e artista. In questa vita piena di contraddizioni cerco il mio ruolo femminile, al di là dei costumi dei nostri tempi».
Si carpisce una vena surrealista dai suoi lavori, a volte ritratti malinconici di una sensualità timida, altre volte impressionanti scatti di donne disumane, bioniche, inquietanti con le loro protesi e le loro deformità, immerse in ambienti di fantasia, aspri e inospitali. Poi si passa alle geishe osé, bamboline giapponesi in abitini e acconciature tradizionali, ironiche e divertenti, piacevoli alla vista, apparentemente più decorative che altro. Ma l’interesse cresce se ci si sofferma sui dettagli: vagine trasformate in prese elettriche, cavi usb che spuntano e si insinuano nell’intimità dei soggetti, webcam pronte a riprendere prodezze erotiche e segreti celati sotto succinti kimono. L’artista contamina una cultura estremamente tradizionale, non celando le forti influenze artistiche degli Shunga, con guizzi di modernità, rivisitando il ruolo della donna, e soprattutto della geisha, simbolo di un erotismo proveniente dal passato, elegante e contenuto, con le venature cangianti di una sessualità apparentemente proibita, fatta di ritualità, leggenda e devozione. Le sue donne sono tutt’altro che rinchiuse in un ruolo concettuale: hanno in sé una carica erotica estremamente accentuata, provocante e provocatoria. Sono dominatrici, aggressive mangiatrici dell’altro sesso, violente mantidi religiose, superbe api regine di incontenibile ardore rappresentate lascive, con falli strappati dalle membra maschili tra le mani. Sono uomini e donne insieme, dove il confine sfuma per rendere forme ibride di un erotismo controverso, eccessivo e irreale, tutto giocato sui dettagli.
«L’erotismo nell’arte è saper cogliere gli stimoli della sfera sessuale a un livello di raffinatezza tale da depotenziarli, lasciando però quell’alone di mistero completato dalla fantasia. Con le mie geishe riesco a esprimere l’eleganza, l’erotismo e la sensualità, gli elementi che fanno fortemente parte di me». Non c’è romanticismo, né razionalità: tutto nasce dall’impulso dell’artista. Una donna che parla di altre donne, immagini che nascono sotto le sue dita in un tripudio di sensazioni contrastanti. Un’epifania artistica che si trasforma sotto gli occhi e prende vita. Visioni, dunque, senza spazio né tempo, senza morale né intenti, ma che colpiscono l’immaginario comune per quel che rappresentano: donne, archetipo della sessualità primitiva, oggi consapevoli della loro potenza sensuale, innata e travolgente, propria di qualsivoglia cultura.
L’ARTISTA
Un personaggio nato su internet
Paola Baffetti, in arte Japi Honoo, è nata il 9 aprile 1968 a Osimo, in provincia di Ancona. Ufficialmente il suo personaggio è nato nel 1999, su internet. Autodidatta, si nasconde dietro uno pseudonimo che evidenzia, come la sua arte, un forte, quanto razionalmente inspiegabile, legame con il Giappone. Vive e lavora a Venezia, ed esprime la sua creatività attraverso la fotomanipolazione, con immagini espressive del suo essere donna. I suoi personaggi, per lo più geishe provocanti e donne bioniche, e le sue atmosfere surreali, hanno fatto il giro del mondo, con esposizioni in Italia, Europa, Usa e Giappone. Info: www.japihonoo.com.