Una grande retrospettiva dedicata a Giovanni Boldini apre la stagione espositiva 2011 della galleria Bottegantica di Milano. Curata dal direttore Enzo Savoia, la mostra affianca a celebri opere del maestro ferrarese, un corposo nucleo di inediti provenienti dal suo atélier, tutti autenticati e catalogati dalla moglie Emilia Cardona. Dopo Milano, i disegni saranno esposti anche a Parigi, città faro per il pittore e sua fonte di ispirazione imprescindibile, come spiegano Stefano Bosi ed Enzo Savoia nel testo in catalogo: «Uomo allegro e curioso, Boldini raccolse nella sua casa-atélier di boulevard Berthier le immagini della Parigi della Belle époque, le carrozze con i loro cavalli in corsa, la pioggia e la neve sui boulevards, tutti i segni di una borghesia indaffarata e felice, scene di genere di piccole dimensioni e ampie viste sulla città, brillanti paesaggi suburbani, e rappresentazioni informali di musicisti, artisti, e frequentatori dei caffè».
Immagini poetiche e colte con rapidi tratti, come in Prove d’orchestra, Al “vestiaire”, Figure sedute al caffè, Folla a teatro e Conversazione al caffè, solo per citarne alcune. In totale, saranno circa 60 le opere esposte in mostra che, patrocinata dalla Provincia di Milano, sarà visitabile fino al 30 aprile. Chiediamo a Enzo Savoia di raccontarci qualcosa in più.
Quali sono i caratteri salienti delle opere inedite e come si integrano nel corpus dei dipinti più conosciuti di Giovanni Boldini?
«Gli oltre trenta inediti presenti in mostra arricchiscono in modo significativo il già vasto corpus delle opere di Boldini. A destare particolare interesse sono soprattutto i numerosi disegni ritrovati presso gli eredi della vedova dell’artista ferrarese, Emilia Cardona. Essi testimoniano l’interesse insopprimibile provato da Boldini per questa tecnica antica da lui sperimentata fin in tenera età, tanto che una leggenda di famiglia narra che l’artista imparò a disegnare ancora prima di leggere. Aneddoto a parte, il disegno fu per lui regola quotidiana di vita, un imperativo categorico, che gli consentì di indagare, analizzare e riprodurre tutti i particolari della realtà circostante. I disegni presenti in mostra si caratterizzano per un virtuosismo tecnico invidiabile e per una folgorante rapidità del segno calato sul foglio. Inoltre, ci offrono la chiave per afferrare il senso e la misura di una vitalità talvolta delirante, di una vivacità grafica e di un estro inventivo che si accompagnano sempre a un segno elegante, impaziente, psicologicamente penetrante».
Come si articola l’esposizione e che tipo di pubblico vuole raggiungere?
«La mostra vuole ripercorrere la lunga e autonoma vicenda artistica di Boldini dagli esordi “macchiaioli” al grande successo internazionale. Essa si articola attraverso un percorso espositivo nel quale dipinti ad olio, acquarelli, disegni e schizzi a matita del maestro ferrarese dialogano fra loro, consentendo così di fare emergere quella poliedricità e quel virtuosismo tecnico che furono i tratti distintivi e indelebili di tutto il suo lungo percorso creativo. Avrei piacere che la rassegna venisse visitata da un pubblico attento e curioso, capace di emozionarsi di fronte alla contemporaneità delle creazioni scaturite dal geniale pennello di Boldini».
Qual è l’eredità fondamentale di Giovanni Boldini?
«Boldini è stato un artista unico nel suo tempo. Il suo fu un percorso artistico autonomo, specchio di una tensione pittorica profonda, che lo ha condotto verso sperimentazione inedite, con risultati per certi versi anticipatori a quelli della avanguardia futurista. Forse, è proprio in questo inappagabile desiderio di superare i propri limiti che va còlta l’eredità più grande di Boldini».
Dopo Milano, la mostra si sposterà a Parigi, seconda “patria” del ferrarese: ci può raccontare qualcosa in più? Sarà sempre lei il curatore dell’esposizione francese?
«Il legame di Boldini con Parigi è stato profondo. Nella “ville lumière” si trovò subito a proprio agio, affascinato da un ambiente artistico vivace, dalle molte occasioni di lavoro e, non ultimo, dalla “joie de vivre”, che egli percepì immediatamente e che stimolò la sua fervida quanto geniale creatività. Mi è sembrato pertanto naturale pensare di garantire a questa esposizione un suo proseguimento nella capitale francese. Essa sarà inaugurata quasi sicuramente agli inizi di settembre. Il curatore sarà il sottoscritto e non si discosterà molto dalla rassegna milanese per obiettivi e percorso espositivo».
Info: www.bottegantica.com