Contro i luoghi comuni

Nel documentare attraverso una macchina fotografica la vita indiana si rischia di incorrere in luoghi comuni e in situazioni scontate. Non è il caso di Maja Galli, fotografa di Grosseto – attualmente vive e lavora a Milano – al centro di una mostra (fino al 15 aprile) accolta nella galleria Area B del capoluogo lombardo. “Rajasthan circle line”, questo il titolo della personale, nasce dalla ricerca fotografica che Galli ha sviluppato nello stato più esteso dell’India, aggiungendo un nuovo significato ai termini “the land of color”.

«Ho cercato accuratamente di evitare gli aspetti più inflazionati della vita indiana, quali il disagio e la povertà, privilegiando i colori, la solarità e la vitalità delle usanze tradizionali, un motore, quest’ultimo, che consente di affrontare con dignità anche le condizioni più avverse», il commento della fotografa, fondatrice – insieme ad altri colleghi professionisti – dello studio milanese Mcube photo. Così, al mondo indiano da sempre identificato come terra ricca di spiritualità e contraddizioni, “Rajasthan circle line” si approccia con una visione originale che strizza l’occhio alla British India (la stessa definizione “circle line” fa risuonare la circolarità, di matrice storica e contemporanea, del legame tra Gran Bretagna e India), ricorrendo a un linguaggio rivelatore di intimi retaggi storici.

«Il mio intento è che le immagini parlino da sé, accompagnando chi le osserva in un percorso. Insomma, come se ogni clic fosse un fotogramma della pellicola di un film: tra colori, balli, feste familiari o religiose lungo le quali si scandiscono i ritmi della vita quotidiana della gente del Rajasthan», spiega ancora Galli. Ecco quindi una serie di fotografie che catturano lo sguardo sognante e cinematografico di due sposi durante un sontuoso matrimonio in costumi tradizionali a Puskar, una bella giocoliera e un giovane equilibrista sul filo in uno spettacolo di Jaisalmer, la processione di offerte nuziali a Udaipur, viaggiatori di passaggio a Jaipur. E ancora danzatori, personaggi da circo, attori e cammellieri caratterizzati da una grande forza vitale e da un’energia circolare che Galli spera di ritrovare anche negli occhi del pubblico in visita alla mostra. «Proprio perché quando fotografo, il mio intento è quello di trasmettere il più ampio spettro di emozioni e significati».

Info: www.areab.org