Spetterà al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, inaugurare il 18 marzo il museo nazionale del Risorgimento italiano a palazzo Carignano, Torino. Il taglio del nastro, inserito nell’ambito delle celebrazioni per i centocinquant’anni dell’unità d’Italia, introdurrà la riapertura di uno spazio completamente rinnovato e riallestito. In questo modo, dopo cinque anni di chiusura, il pubblico potrà di nuovo familiarizzare con le sale storiche del palazzo. Lo stesso pubblico che da anni, lungo tutto lo stivale, visita i musei, gli archivi e le biblioteche legate al Risorgimento con l’intento di rivivere le gesta degli eroi nazionali. Nella stessa giornata sarà inaugurata dal capo dello stato l’opera commissionata dalla fondazione De Fornaris a Giuseppe Penone, artista torinese affermato nel mondo: un lavoro monumentale posizionato davanti alla Gam, Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino. La scultura, composta di marmo di Carrara, bronzo, tiglio ed edera, si presenta come una sorta di “portale” fungendo simbolicamente da nuovo ingresso al museo.
«Qui si fa l’Italia o si muore», esclamò Garibaldi nel corso del sanguinoso combattimento di Calatafimi (15 maggio 1860), ed è nel solco di questo spirito che negli spazi museali del paese dedicati al Risorgimento – da Reggio Emilia, dove sventolò per la prima volta il tricolore, a Roma, da Milano a Piacenza, da Genova a Udine, da Brescia a Palermo, solo per citare alcune città – si portano avanti quegli ideali patriottici troppo spesso accantonati o vituperati. «I lavori di restauro dei cimeli risorgimentali di Roma si concluderanno a marzo con la realizzazione del museo garibaldino a Porta San Pancrazio», è l’annuncio del sovrintendente comunale ai beni culturali Umberto Broccoli. Parallelamente a Caprera prende il via il progetto dell’architetto Pietro Carlo Pellegrini per la realizzazione del museo “Giuseppe Garibaldi”. La sede è quella di Forte Arbuticci, sulla sommità dell’isola. «Un posto incredibile – precisa Pellegrini – dove il paesaggio rappresenta l’elemento decisivo». Preservare ad ogni costo la nostra memoria storica: i festeggiamenti per i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia transitano, inevitabilmente, da questa radicata presa di coscienza.
L’iter espositivo del museo storico di Bergamo si apre con una fedele ricostruzione dell’albero della libertà innalzato nel marzo 1797 durante i giorni della Repubblica bergamasca. Viene poi affrontato il biennio 1848-1849, indagandone le componenti sociopolitiche attraverso oggettistica di vario genere (bandiere, quadri, ventagli, sciarpe, tazzine). Il decennio che va dal 1849 al 1859 assume un’ruolo rilevante all’interno dell’esposizione, poiché in quegli anni molti cittadini ricoprirono importanti cariche nazionali. E ancora, il gonfalone di Bergamo che si fregia del titolo di “città dei Mille”: furono infatti 174 i bergamaschi che accorsero con Giuseppe Garibaldi a Quarto, rivivendo oggi grazie a fotografie, busti e quadri. Museo storico, piazza Mercato del Fieno 6, Bergamo. Info: 035247116; fondazione.bergamoestoria.it.
Sorto nel 1893, il museo civico del Risorgimento di Bologna si propone quale istituto di storia contemporanea, con particolare riferimento agli accadimenti cittadini. Chiuso nel 1943 e riaperto undici anni dopo (il medesimo iter si riverificò nel 1962 e nel 1975) il museo accoglie un allestimento che va dal 1796 al 1918, integrato da una biblioteca-archivio che include un’ampia documentazione (libri, manifesti, opuscoli, stampe, fotografie). Complessivamente il museo conserva circa 3.000 pezzi, dai dipinti a olio (soprattutto a soggetto patriottico) alle uniformi (un centinaio), dalle armi (oltre 500 pezzi, tra i quali gli armamenti appartenuti a Gioacchino Murat Re di Napoli, cognato di Napoleone Bonaparte) alle sculture. E ancora, medaglie, monete, bandiere e vestiti. Museo civico del Risorgimento, piazza Carducci 5, Bologna. Info: 051347592; www.comune.bologna.it.
Collocato all’interno del castello di Brescia, negli ambienti del Grande Miglio, il museo del Risorgimento, fondato nel 1887, si compone di dipinti, stampe e proclami, bandiere, divise, manoscritti, sculture, cimeli a dimostrazione dell’epopea risorgimentale e dei moti patriottici per l’unità nazionale. In termini iconografici sono documentate la Repubblica Bresciana del 1797, le dieci giornate insurrezionali del 1849 e la seconda guerra d’indipendenza, con le battaglie di San Martino e Solferino. Il museo conserva onorificenze, diplomi e fotografie dello statista Giuseppe Zanardelli, scomparso a Maderno il 26 dicembre del 1903. Museo del Risorgimento, via Castello 9, Brescia. Info: 0302977834; www.comune.brescia.it.
La tomba e la casa-museo di Giuseppe Garibaldi sono di stanza a Caprera, nell’arcipelago della Maddalena, dove l’eroe dei due mondi spirò il 2 giugno 1882. Il complesso sorge in una cornice suggestiva, per la collocazione vicino al mare e la ricca vegetazione circostante. La “casa bianca”, dove il generale risiedeva con la famiglia, si compone di sette stanze comunicanti tra loro che conservano cimeli dell’epoca (all’interno del salotto si notano la poltrona in pelle e lo scrittore-leggio dono della regina Margherita di Savoia). Nella “stanza della morte” c’è il letto rivolto verso la finestra da cui Garibaldi riusciva a scorgere la Corsica. Dal locale si accede alla tomba del generale e al piccolo cimitero. Museo nazionale del compendio garibaldino, Isola di Caprera (La Maddalena). Info: 0789727162; www.compendiogaribaldino.it.
Inaugurato nel 1994, il museo del Risorgimento di Castelfidardo si compone di tre strutture: l’area della battaglia con l’ossario-sacrario dei caduti, il monumento nazionale delle Marche in onore dei vincitori di Castelfidardo, le sale di palazzo Ciriaco Mordini. Sono circa centotrenta i pezzi in esposizione. Degni di menzione i documenti a ricordo della battaglia del 18 settembre 1860, combattuta con successo dall’esercito piemontese presso la città marchigiana. Tra l’oggettistica emerge un porta-profumo, dono della locale famiglia Ferretti, recante su un lato l’effige di Pio IX e sull’altro l’icona di un giovane che scrive su un muro “Viva Pio IX”. Museo del Risorgimento, via Mazzini 5, Castelfidardo (Ancona). Info: 0717206592; www.comune.castelfidardo.an.it.
Nel corso delle campagne per l’indipendenza, Garibaldi abitò presso palazzo Olginati a Como. Per testimoniare le imprese del Risorgimento, l’amministrazione cittadina ha destinato alcune sale dell’edificio all’esposizione di arredi, costumi, armi, divise storiche, medaglie, dipinti e documenti del periodo. Questa raccolta fa parte del museo storico “Giuseppe Garibaldi” istituito nel 1932 ed inaugurato nello stesso anno alla presenza del generale Ezio Garibaldi, nipote dell’eroe. L’allestimento definitivo risale al 1963, cinque anni dopo è stato riordinato il materiale etnografico (costumi della civiltà contadina e oggettistica). Museo Storico Giuseppe Garibaldi, piazza Medaglie d’Oro 1, Como. Info: 031271343; www.comune.como.it.
Riaperto al pubblico nel 2009, il museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea di Faenza, presso palazzo Laderchi, offre una selezione dei principali documenti locali e cimeli dall’età napoleonica alla metà dell’Ottocento. Di particolare interesse un ritratto di Aurelio Saffi (figura politica di prestigio dell’ala repubblicana radicale incarnata da Giuseppe Mazzini) realizzato da Angelo Marabini, un busto in terracotta raffigurante lo stesso Mazzini creato da Domenico Baccarini e un busto in marmo bianco di Napoleone I ascritto a Raimondo Trentanove. In esposizione armi, bandiere e ritratti, tra cui quelli del conte Francesco Laderchi e di suo figlio Achille e una miniatura raffigurante il colonnello napoleonico Giuseppe Sercognani. Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea, corso Garibaldi 2, Faenza (Ravenna). Info: 0546691710; www.sistemamusei.ra.it.
Una sezione risorgimentale, che raccoglie documentazione e cimeli legati all’adesione ferrarese ai moti risorgimentali (insieme ad illustrazioni d’epoca, armi e uniformi) e una sezione della resistenza, aggiunta negli anni Cinquanta, che conserva materiale riguardante la seconda guerra mondiale. È la struttura portante del museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, inaugurato nel 1903, che dispone di un rilevante archivio storico-didattico. In esposizione reperti originali della fortezza pontificia andata distrutta, oltre a un ricco medagliere, armi, labari ed esemplari della bandiera della repubblica cispadana e dei bersaglieri del Po. Museo del Risorgimento e della Resistenza, corso Ercole I d’Este 19, Ferrara. Info: 0532244949.
Garibaldino e deputato socialista del parlamento del Regno d’Italia, Luigi Musini (1843-1903) fu anche giornalista e medico. A lui è dedicato l’omonimo museo civico del Risorgimento di Fidenza, nato nel 1984 e allestito dal 1989 all’interno del palazzo storico delle Orsoline. Lo spazio culturale, articolato seguendo un ordinamento cronologico e tematico, ripercorre gli avvenimenti fidentini e nazionali, sviluppando in particolare alcuni temi monografici come le figure di Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Verdi e dello stesso Musini. In esposizione lungo le nove sale cimeli bellici, lettere, manifesti, fotografie, stampe, incisioni e litografie. Museo civico del Risorgimento “Luigi Musini”, via Andrea Costa 2, Fidenza (Parma). Info: 0524517388; www.comune.fidenza.pr.it.
La biblioteca e archivio del Risorgimento di Firenze venne istituita nel 1945 come collezione di fondi bibliografici, manoscritti e raccolte iconografiche del disciolto museo del Risorgimento (sorto nel 1901). La spazio, che subì una serie di ingenti danni provocati dall’alluvione del 4 novembre 1966 (con l’esondazioni del fiume Arno) riaprì il pubblico nel 1969. La biblioteca appartiene al comune di Firenze e alla società toscana per la storia del Risorgimento, che conta su un patrimonio di rilievo: 22.000 volumi ed opuscoli sciolti, una raccolta di periodici che comprende i principali giornali locali della metà dell’Ottocento, una collezione di proclami di oltre 5.000 pezzi e oltre 2.500 inserti documentari, dipinti, stampe, caricature e allegorie. Biblioteca e archivio del Risorgimento, via S. Egidio 21, Firenze. Info: 0552480561; www.comune.firenze.it.
Documenti, manoscritti, foto d’epoca e vestiario relativi alle vicende locali del XIX e XX secolo sono custoditi nel museo del Risorgimento “Aurelio Saffi” presso palazzo Gaddi a Forlì. L’allestimento risale al 1888, quando la moglie di Piero Maroncelli, Amalia, donò una preziosa serie di cimeli, integrati negli anni dai lasciti dei cittadini.
I materiali conservati nel museo vanno dal periodo napoleonico (1796) fino alla seconda guerra mondiale e sono disposti in otto sale dedicati alle figure cardine del Risorgimento nazionale come lo stesso Maroncelli, Giuseppe Mazzini, Achille Cantoni, Aurelio Saffi, Antonio Fratti. Da annotare il repertorio di testimonianze legate alla vocazione volontaria e garibaldina dei forlivesi. Museo del Risorgimento “Aurelio Saffi”, corso Garibaldi 96, Forlì. Info: 054321109; www.cultura.comune.forli.fc.it.
Il museo del Risorgimento di Genova offre un percorso espositivo che copre oltre centoventi anni di storia, con particolare rimando alla casa natale di Giuseppe Mazzini dove sono conservati documenti e cimeli (armi, bandiere, divise). Lo stesso museo, che fa parte dell’istituto mazziniano congiuntamente all’archivio e alla biblioteca storica, accoglie reperti e opere appartenuti a Federico Gattorno, capo di stato maggiore dei corpi garibaldini e deputato del Regno d’Italia. Da segnalare l’originale autografo del “canto degli italiani”, meglio conosciuto come l’inno di Goffredo Mameli (dal 1946 inno nazionale italiano), eseguito per la prima volta il 10 dicembre 1847. Museo del Risorgimento Mazziniano, via Lomellini 11, Genova. Info: 0102465843; www.museidigenova.it.
«Nell’ambito delle celebrazioni dei centocinquanta anni dell’unità d’Italia avverrà la riapertura del museo del Risorgimento». Queste le parole del presidente della provincia di Lucca, Stefano Baccelli, annunciando il ripristino «di un museo moderno e più fruibile, dove tutti possono comprendere la rilevanza di un periodo storico che ha consentito al paese di completare il suo percorso verso la libertà e la democrazia». Il patrimonio custodito nel museo del Risorgimento di palazzo Ducale comprende armi, divise, attrezzature da campo, fotografie e documenti di interesse storico sulle vicende italiane tra il 1821 e la prima guerra mondiale. Da segnalare la bandiera dei carbonari risalente alle Cinque giornate di Milano (18-22 marzo 1848) e quella della guardia nazionale. Museo del Risorgimento, Cortile degli Svizzeri 6, Lucca. Info: 058391636.
Dall’arrivo dei francesi a Mantova nel 1796 all’annessione del mantovano all’Italia avvenuta settant’anni dopo, con particolare riferimento ai basilari fatti politici locali e allo sviluppo urbanistico e socioeconomico della città tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento. È l’arco cronologico affrontato nella sezione risorgimentale del museo presso palazzo San Sebastiano. L’allestimento – che si snoda attraverso armi, bandiere, dipinti, uniformi, modellini, manifesti, stampe e giornali – è articolato in aree tematiche: l’età napoleonica, la restaurazione e il 1848, la congiura di Belfiore, gli ultimi anni della dominazione austriaca, la città nel Risorgimento. Sezione risorgimentale del museo della città, piazza Sordello 42, Mantova. Info: 0376338645; www.comune.mantova.it.
Raccogliere le donazioni e i cimeli generosamente offerti dai familiari dei garibaldini, molti dei quali riposano nell’Ara Ossario attigua al museo, consentendo ai visitatori di tuffarsi in un viaggio a ritroso nel tempo. È lo spirito con il quale nel 1905 è stato aperto il museo del Risorgimento di Mentana, uno spazio che accoglie documenti e divise legati alla campagna del 1867. Tra i cimeli, spesso unici, troviamo la vetrina della carboneria, una cravatta di Giuseppe Mazzini, autografi di Giuseppe Garibaldi oltre a quello del genero Stefano Canzio, fotografie autentiche di vari personaggi dell’epoca, pistole e armi bianche. Completano l’offerta una biblioteca e un archivio storico. Museo nazionale garibaldino, via della Rocca 2, Mentana (Roma). Info: 0690969431; www.museomentana.it.
Dalla prima campagna napoleonica sul suolo italico (1796) all’annessione di Roma al Regno d’Italia (1870). Settantaquattro anni che il museo del Risorgimento di Milano presso palazzo Moriggia documenta attraverso una collezione di stampe, dipinti, disegni, sculture, armi e cimeli. Ordinato cronologicamente, l’iter si sviluppa lungo quindici sale tematiche. Il primo nucleo della collezione venne istituito nell’ambito dell’Esposizione Nazionale di Torino (1884) mentre l’ultimo allestimento è datato 1998, quando furono riviste le strutture espositive permanenti destinate ai nuclei basilari delle collezioni. È il caso dei cimeli dell’incoronazione di Napoleone Bonaparte in Italia (il manto verde e argento e le insegne regie), dello stendardo della Legione Lombarda Cacciatori a cavallo, del primo Tricolore italiano. Museo del Risorgimento, via Borgonuovo 23, Milano. Info: 0288464180; www.museodelrisorgimento.mi.it.
Accolte nella cornice del museo del Risorgimento di Modena – il suo comitato promotore si costituì nel 1893 – le collezioni (il cui allestimento risale al triennio 1924-1926) non riguardano esclusivamente l’adesione cittadina alle vicende nazionali risorgimentali, bensì illustrano l’antecedente epoca napoleonica con un’incursione sulla situazione del Ducato Estense e le seguenti guerre del XX secolo. Conclusa la campagna fotografica e di schedatura degli oltre 2.000 reperti, dei 1.500 volumi della biblioteca, della raccolta documentaria di opuscoli e autografi e delle oltre 2.500 foto. Museo del Risorgimento, viale Vittorio Veneto 5, Modena. Info: 0592033100; www.comune.modena.it.
Nel corso della spedizione dei Mille (1860) molti degli abitanti di Nizza, in Sicilia, si prodigarono con tutte le forze per la causa del Risorgimento italiano, andando ad infoltire l’esercito delle camice rosse e sostenendo economicamente l’impresa stessa. A questo proposito, in un documento autografo Giuseppe Garibaldi riconosce il lascito di 400 once dalla città, documento che fa parte del museo del Risorgimento. Lo spazio espone poi armi bianche e da fuoco del periodo garibaldino e vari cimeli di proprietà del colonnello Giovanni Interdonato, al quale Nizza nel 1949 ha dedicato una piazza e, nel 1998, un busto in bronzo realizzato dallo scultore Alfio Busà. Museo del Risorgimento, via Umberto I Nizza (Messina).
Il museo del Risorgimento di Padova intende fornire una viva testimonianza dei personaggi e degli accadimenti legati alla storia della città, dalla caduta della Repubblica Veneta (1797) all’entrata in vigore della Costituzione italiana (primo gennaio 1948). La sede è collocata presso il piano nobile dello stabilimento Pedrocchi dove, l’8 febbraio del 1848, gli studenti universitari furono al centro di una rivolta che fece da premessa agli accadimenti legati alla prima guerra d’indipendenza. Il museo espone armi, uniformi, manifesti, dipinti, sculture, medaglie, monete e cimeli. Museo del Risorgimento, galleria Pedrocchi 11, Padova. Info: 0498781231; musei.provincia.padova.it.
Il museo del Risorgimento “Vittorio Emanuele Orlando” di Palermo ha sede presso i locali del trecentesco chiostro del convento di San Domenico, nel centro cittadino. L’esposizione abbraccia numerosi ricordi risorgimentali legati all’impresa dei Mille come ritratti ad olio di patrioti, uniformi, stampe clandestine, incisioni, medaglie, sculture, busti in marmo e bronzo, tavoli da lavoro e armi (di notevole interesse quelle artistiche donate a Giuseppe Garibaldi). E ancora, la bandiera del regno Lombardo-Veneto, uno dei tre piroscafi che nel 1860 portarono i volontari garibaldini da Quarto (Genova) in Sicilia, la lettera di rinuncia al trono di Sicilia redatta da Carlo Alberto Amedeo di Savoia. Museo del Risorgimento “Vittorio Emanuele Orlando”, piazza San Domenico 1, Palermo. Info: 091582774; www.storiapatria.it.
Libri, documenti, armi, uniformi, dipinti, medaglie e fotografie determinano il patrimonio culturale del museo del Risorgimento di Pavia. Sorto nel 1885, si contraddistingue per un ambito tematico locale in relazione alla vicenda storica del paese. L’iter espositivo si apre con un accenno alla Pavia asburgica, seguito da un percorso dedicato alla famiglia Cairoli entrata, attraverso l’adesione civile alle Cinque Giornate (18-22 marzo 1848), negli accadimenti risorgimentali. La terza sala si apre con uno spazio riservato agli eserciti piemontese-italiano, austriaco, francese, ai corpi volontari garibaldini e al “fenomeno” Giuseppe Garibaldi. Museo del Risorgimento, Castello Visconteo, Pavia. Info: 038233853; www.comune.pv.it.
Dalla carta stampata ai quadri, dai ritratti alle monete, dalle divise alle armi bianche e da fuoco. Il museo del Risorgimento di Piacenza a palazzo Farnese approfondisce gli accadimenti fondamentali della storia cittadina. L’iter espositivo prende il via con l’età napoleonica e prosegue con la sovranità di Maria Luigia d’Austria (figlia dell’imperatore Francesco I) sul ducato di Parma e Piacenza. E ancora, i rivolgimenti del 1831 e del 1848, anno in cui Piacenza votò la fusione al Piemonte. Il museo propone ancora manifesti sui fatti luttuosi – come la morte di Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi e le conseguenti commemorazioni – riproduzioni fotografiche e litografiche. Museo del Risorgimento, piazza Cittadella 29, Piacenza. Info: 0523492661; www.musei.piacenza.it.
La Domus Mazziniana raccoglie l’eredità materiale e spirituale della Casa Rosselli di Pisa, dove il 10 marzo 1872, all’età di 67 anni, si spense Giuseppe Mazzini. Inaugurata dal presidente delle Repubblica, Luigi Einaudi, il 21 giugno 1952, la palazzina, strutturata su due piani, conserva ancora intatti camere, arredi, oggetti personali e medicine. All’interno di essa ha sede il museo mazziniano, una biblioteca con oltre 40.000 volumi di carattere essenzialmente storico (sono anche consultabili giornali e periodici) e un archivio nel quale sono catalogati oltre 87.000 documenti. In esposizione nella Domus abiti e bandiere, fotografie e lettere, carte geografiche. Domus Mazziniana, via Giuseppe Mazzini 71, Pisa. Info: 05024174; www.domusmazziniana.it.
Collocato all’interno del Sacrario ai Caduti di San Romualdo, l’iter espositivo del museo del Risorgimento di Ravenna, complesso monumentale dell’Istituzione Biblioteca Classense, si sviluppa cronologicamente all’interno della nave centrale della chiesa. Il periodo storico di riferimento va dagli anni successivi al Congresso di Vienna (1814-1815) fino a quelli dell’unità nazionale, proponendo raccolte e cimeli. Si tratta di testimonianze e oggetti donati al comune di Ravenna dai cittadini, spesso da quei medesimi patrioti che aderirono alle battaglie risorgimentali. Istituzione Biblioteca Classense, via Baccarini 3, Ravenna. Info: 0544482112; www.classense.ra.it. (Nell’immagine: Vittorio Guaccimanni, Carica della cavalleria di Monferrato alla battaglia di San Martino)
Con la curatela scientifica di Maurizio Festanti e l’allestimento progettuale di Cesare Mari, il museo del Tricolore di Reggio Emilia, attiguo alla Sala del Tricolore (all’interno del palazzo comunale) documenta l’ambito storico-politico nel quale si colloca la nascita della bandiera italiana. Ad affiancare la sua storia – dalle origini alla conquista dell’indipendenza e dell’unità nazionale – ci sono le vicende della città, dalla nascita della Repubblica Reggiana (1796) alle testimonianze del contributo reggiano ai conflitti per il riscatto del paese. Suddiviso in sezioni, il museo (inaugurato nel 204) accoglie testimonianze, cimeli e oggetti d’epoca insieme a strumenti multimediali. Museo del Tricolore, piazza Camillo Prampolini, Reggio Emilia. Info: 0522456805; musei.comune.re.it.
Il museo centrale del Risorgimento al Vittoriano di Roma ripercorre le fasi più importanti della storia d’Italia, dalle riforme dei vari stati del paese nella seconda metà del Settecento al termine della prima guerra mondiale. La prima sezione è dedicata ai protagonisti del Risorgimento – le teche espongono cimeli, dipinti e documenti legati a Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Camillo Benso Conte di Cavour – mentre lungo la galleria si articolano le sezioni incentrate sugli accadimenti risorgimentali: dalla Restaurazione, seguita alla caduta di Napoleone Bonaparte, al 1848, dalla Repubblica Romana (1849) all’impresa garibaldina dei Mille(1860) fino al ricongiungimento di Roma all’Italia (1870). E ancora, una selezione di armi, bandiere, quadri, sculture, stampe, fotografie, monete e medaglie. Museo centrale del Risorgimento Complesso del Vittoriano, piazza Venezia, Roma. Info: 066793598; www.risorgimento.it.
Inaugurato l’11 novembre 1959 dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e
ristrutturato nel 1990, il museo storico della fanteria di Roma, articolato in tre sezioni (armi, bandiere, uniformi), offre una selezione espositiva che riflette il Risorgimento. Il patrimonio è contraddistinto da cimeli, documenti e ricordi provenienti da donazioni o da acquisiti, disegni, pitture e sculture. Tra le numerose opere d’arte la statua marmorea del “Partente”, creata dallo scultore Biagio Poidimani, collocata sul piano terra all’ingresso, e l’imponente gruppo in bronzo che raffigura il “Redentore sulla Croce” nell’atto di piegarsi a sostenere due fanti morenti dello scultore Edmondo Furlan. Museo storico della fanteria, piazza S. Croce in Gerusalemme 9, Roma. Info: 067027971; www.esercito.difesa.it.
La battaglia di Solferino e San Martino, conosciuta anche come battaglia del 24 giugno 1859, vide contrapposti l’esercito austriaco e quello franco-sardo, ponendo fine alla seconda guerra di indipendenza italiana. Ricordata per aver rappresentato il primo, tangibile, passo verso l’unità nazionale, rende il nome al museo risorgimentale di Solferino nel mantovano e al museo della battaglia di San Martino a Desenzano. Il primo, collocato ai piedi del parco della rocca e dell’adiacente parco della chiesa-ossario, conserva armi, uniformi e cannoni. Realizzato nel 1939, il museo di San Martino è strutturato in tre sale che accolgono carte topografiche, divise e armi, tangibili testimonianze del quotidiano dei combattenti. Museo risorgimentale di Solferino (Mantova), via Ossario di Solferino, Info: 0376854019; www.solferinoesanmartino.it. Museo della battaglia di San Martino, via Torre 2, Desenzano (Brescia). Info: 0309910370; www.solferinoesanmartino.it.
Nell’ambito delle celebrazioni per il centocinquantenario dell’unità d’Italia, il 18 marzo riaprirà a Torino, presso palazzo Carignano, il museo nazionale del Risorgimento italiano. «Quello che si inaugura – anticipa il presidente del museo e ordinario di storia del Risorgimento dell’università di Torino, il professor Umberto Levra –, è il museo della nazione, completamente riallestito per la quarta volta». Il periodo risorgimentale viene ora narrato in chiave europea oltre che torinese, piemontese e italiana. Le sale sono arricchite da filmati realizzati con immagini provenienti da collezioni europee e visibili su schermi, così come tavoli interattivi consentono un approfondimento delle tematiche sviluppate dai medesimi filmati. Museo nazionale del Risorgimento italiano, piazza Carlo Alberto 8, Torino. Info: 0115623719; www.museorisorgimentotorino.it.
Una biblioteca che custodisce monografie, opuscoli e periodici, un archivio cartaceo, fotografico e iconografico e un archivio di cinema e storia (istituito nel 1990) determinano l’offerta culturale del museo storico in Trento. Fondato nel 1923 con il nome di museo del Risorgimento su iniziativa comunale e della legione trentina – che insieme alla famiglia del volontariato trentino funge da principale donatore – raccoglie documentazione e cimeli riguardanti le vicende del Trentino, dalla fine del XVIII secolo fino ai giorni nostri. Particolare attenzione è dedicata all’adesione dei trentini ai moti risorgimentali. Museo storico in Trento, via Torre d’Augusto 41. Info: 0461230482; www.museostorico.tn.it.
Un museo-monumento che celebra l’impegno irredentista per l’annessione di Trieste e della Venezia Giulia al Regno d’Italia, nel periodo 1861-1918. Il civico museo del Risorgimento e sacrario Oberdan (in memoria del patriota triestino Guglielmo Oberdan, impiccato per aver attentato alla vita dell’imperatore Francesco Giuseppe nel 1882) ha sede presso la Casa del combattente, progettata dall’architetto Umberto Nordio nel 1943. L’edificio conserva documenti, dipinti, fotografie, uniformi e cimeli legati agli accadimenti e ai personaggi del risorgimento triestino, dai moti del 1848 fino alla prima guerra mondiale, con il ricongiungimento di Trieste all’Italia. Civico museo del Risorgimento e sacrario Oberdan, via XXIV Maggio 4, Trieste. Info: 040361675; www.retecivica.trieste.it.
Inaugurato al piano terra del Castello di Udine il 26 luglio del 1906, nell’ambito del quarantennale dell’annessione del Veneto all’Italia, il museo del Risorgimento mette a disposizione di studiosi e laureandi il materiale raccolto. Nel corso degli anni le campagne di restauro hanno consentito il recupero di numerose litografie acquerellate, armi bianche e da fuoco, divise e la bandiera del Forte di Osoppo, monumento dichiarato nel 1923 di interesse nazionale. In esposizione cimeli (ritratti di combattenti e scene storiche), documenti (fascicoli, manoscritti, atti) e istantanee donati dalle famiglie dei patrioti friulani che hanno aderito alle campagne indipendentiste del Risorgimento italiano. Museo del Risorgimento, via Lionello 1, Udine. Info: 0432271591; www.provincia.udine.it.
Manoscritti, stampe, quadri, ritratti, proclami, decorazioni, monete e medaglie, armi bianche e da fuoco, carte geografiche e militari, uniformi, bandiere rappresentano il patrimonio del museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza. Particolarmente interessante è la raccolta “Gabriele Fantoni” (atti, notifiche, proclami) donata alla città tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Da menzionare sono gli autografi e i documenti dell’epoca, accompagnati da inni, poesie e canti patriottici, scritti, nonché satire e pubblicazioni di tipo umoristico. E ancora, le collezioni complete di molti giornali e periodici veneziani del biennio 1848-1849 e oltre 4.000 opuscoli, la maggior parte dei quali particolarmente rari, pubblicati nella seconda metà dell’Ottocento. Museo del Risorgimento e della Resistenza, viale X Giugno 115, Vicenza. Info: 0444222820; www.museicivicivicenza.it.