I colori dell'India

Alla Luce gallery di Torino i colori dell’India si esibiscono in “Indian rainbow” per mano di cinque artisti, tra i più noti sul palcoscenico indiano dell’arte contemporanea: Atul Dodiya, Jagannath Panda, Justin Ponmany, T. V. Santhosh, Thukral & Tagra. Tutti affondano le radici negli anni ’70, a eccezione di Atul Dodiya, e rappresentano l’epoca più coinvolgente dell’arte indiana.

La stretta unione che lega questi personaggi alla loro terra è una testimonianza non solo dell’arte che germoglia in quei luoghi, ma anche dei luoghi stessi che la abitano. Jagannath Panda (Bhubaneswar, 1970) rappresenta per lo più animali mitici che, esiliati dalla gloriosa età dell’oro nella quale il caos era escluso, vivono la drammaticità che segna l’età dell’urbanizzazione. Pur nella fascinazione delle sue ambientazioni, l’artista comunica il suo dissenso nei confronti delle architetture cittadine, lontane dalla sacralità della natura. Atul Dodiya (Bombay, 1959) riflette su argomentazioni storico-politiche, emozionando con i suoi linguaggi sperimentali sia a livello materico sia a livello stilistico. Justin Ponmany (Kerala, 1974), giocando con la luce e con i colori e utilizzando una tecnica particolare di pittura oleografica, racconta l’epoca attuale. T. V. Santhosh (Kerala, 1968) mette in luce la violenza del mondo, traendo spunti dai notiziari, dai siti web e dalla carta stampata.

Jiten Thukral (Panjab, 1976) & Sumir Tagra (New delhi, 1978), sono dei "graphic designer" che si sono presi a cuore temi come il consumismo e l’immigrazione. L’esibizione ricopre in piccola parte ciò che venne mostrato all’interno del palazzo Saluzzo di paesana a Torino. Mentre alla Luce gallery la visione è prettamente contemporanea, a palazzo Saluzzo, il design di ambientazione rivestiva un perimetro classicheggiante, barocco. Inoltre, per farsi un’idea chiara e totalizzante sull’arte indiana, è importante ricordare la mostra parallela, al Mac di Lione “Indian highway IV”, in collaborazione con la serpentine Gallery di Londra e l’Astrup Fearnley Moma di Oslo.

Fino al 19 marzo
Luce gallery
corso San Maurizio 25, Torino
Info: 0118141011; www.lucegallery.com