Paolo Conti e Giovanni Lombardini disegnano e scolpiscono i volti dell’evoluzione alla galleria Paciarte in “Match point”. I due artisti si contendono il palcoscenico visivo attraverso l’inusuale utilizzo di pittura e scultura. Mentre Conti ridona una dignità a oggetti rifiutati dal processo industriale, ribaltandone l’identità e invertendone la funzionalità, Lombardini si serve della luce e di materiali industriali sempre nuovi, sperimenta continuamente l’azione e le suggestioni date dal colore.
Mentre in Conti l’armonia e la bellezza giocano con i materiali rifiutati e le loro innumerevoli composizioni, in Lombardini la luminosità viene maggiormente enfatizzata grazie all’uso di una vernice trasparente che rende lucide le superfici. Lombardini nasce nel 1950 a Coriano. Ha studiato all’accademia delle Belle arti di Urbino.
Conti nasce a Bologna nel 1938. Vittoria Coen scrive di lui: «Si aprono mondi insospettati, dalle misure, dalle proporzioni, dalle geometrie scoperte manovrando sui pezzi che contengono in se stessi le tante possibilità di forme, e si direbbero attratte fra loro da una forza persuasiva implicita che ha solo bisogno di un intervento demiurgico, un atto non arbitrario che rinviene nei meccanismi interni dei frammenti il senso di una loro possibile esistenza».
Fino al 22 marzo
Paciarte
via Trieste 48, Brescia
Info: 0302906352; www.paciarte.com