Radomir Damnjanović Damnjan (Mostar, 1935) in mostra alla Federico Bianchi contemporary art con video, pittura e installazioni. Il disegno con Damnjan diviene mezzo per ridimensionare il suolo reale partendo da formulari d’ufficio; in un modo del tutto personale, la linea ideata con la mano appare simile a quella delineata nei formulari, tanto da suggestionare l’osservatore che non notando alcuna differenza si renderà conto di come un materiale funzionale possa essere defunzionalizzato.
Tutto questo ha un valore su ciò che si osserva e si vive ogni giorno. Grazie al libero arbitrio dell’uomo, alla sua volontà, è possibile sentirsi ed essere liberi. Ordinedisordine, il titolo dell’esibizione, mira a questa prospettiva. Artista concettuale, Damnjan sviluppa temi inerenti alla politica e al sociale. Con lui si leggono alla luce dei fiammiferi testi di Marx ed Hegel, la Bibbia, si osserva la grande tela rossa dove il presidente russo Vladimir Putin dice: "La più grande catastrofe del XX secolo è la disgregazione dell’Unione sovietica nel 1991”.
Dopo aver conseguito i suoi studi all’accademia di Belle arti di Belgrado nel 1957, approfondendo l’argomento con un master, organizza diverse mostre, partendo dalla sua prima personale nel 1958 a Belgrado. Nell’ottobre del 1964, grazie alla sua personale alla galleria della fondazione “Kolarac”, vince il premio della città di Belgrado. Ha partecipato anche alle Biennali di Venezia del 1966 e alla Biennale di Tokyo nel 1967. Ma l’artista è molto di più. I suoi lavori sono esposti in molti musei, collezioni pubbliche e private internazionali: dal Museo nazionale e Museo di arte contemporanea di Belgrado a quello di arte moderna “Georges Pompidou” a Parigi passando per la Galleria nazionale di Praga e il Museo del XX secolo a Vienna. Dal 1974, l’artista è a Milano dove vive e lavora.
Fino al 19 febbraio
Federico Bianchi contemporary art
via Imbonati 12 Milano
Info: 0239549725; www.federicobianchigallery.com