Da una giovanile poesia di Maddalena Sisto (Alessandria, 1951-Milano, 2000), dove è scritto“Volevo belle calze, le volevo nuove, io sola in Alessandria, ma non le avrò”, nasce l’esibizione a lei dedicata, intitolata Volevo le calze nuove: inedite, grandi tempere su carta degli anni ’60 e ’70, collage dei quaderni di scuola, immagini di donne create con carta di riciclo e colorate con le matite. E ancora disegni, altri collage, un po’ la biografia stilizzata della vita dell’artista. Le illustrazioni delle sue opere sono dedicate all’universo femminile, al bisogno di crearsi un’identità segnata da un detereminato carattere. Essere donna… si ma come? sotto che veste? Con quali calze? Come racconta Francesca Pasini nel suo testo critico: «I corpi che Maddalena Sisto disegna raccontano le relazioni delle donne con il mondo, la scoperta di partire da sé, dai propri desideri».
Dai versi della poesia di Mad si lascia trasparire quella necessità di distinguersi dalle sue coetanee indossando un paio di calze diverse dalle altre e il disagio di fronte alla negazione di questo desiderio. Nascono donne stilizzate, nella sensualità di quelle armoniche apparizioni di segni, con indosso parigine, calze, o semplicemente volti che rispecchiano lei stessa, ovvero il prototipo della donna che potrebbe indossare delle calze differenti dalle altre, bizzarri ritratti di famiglia. La Pasini continua dicendo: «Erano gli anni in cui il femminismo aveva scosso le fondamenta del patriarcato, e si diceva il corpo è mio e lo gestisco io, il personale è politico. I disegni e gli acquerelli di Maddalena fanno venire in mente quella stagione e trattengono la proposta di una diversa relazione tra i sessi. Sono un autoritratto multiplo, dove emergono i tanti e diversi passaggi che compongono l’identità femminile. Donne incarnate, con il corpo bene in vista, magro, nudo, con qualche chilo di più, decisamente grasso, insomma senza paura di guardarsi. Qua e là spuntano falli maschili, talvolta ironizzati, talvolta semplicemente descritti per testimoniare l’uscita da un tabù».
La prima personale fu nel 1985, a Milano, “1984139 Signorine”, allo studio Grazia Fava, poi si ricorda 120 sorprendenti signorine, al palazzo del Senato, a Milano nel 1986, Un tè alla moda alla galleria Lu Austoni, a Milano nel 1987, Anomalie, al palazzo Cuttica, Alessandria, nel 1995, Le signore a pezzi, alla Slobs di Milano nel 1998 e molte altre. Si rammenta anche Maddalena Sisto-70 signorine di fine millennio-Addòwa”, a villa Pignatelli, Napoli, nel 2002, Il mondo di Mad-Maddalena Sisto torna ad Alessandria, alla galleria di palazzo Guasco, ad Alessandria, nel 2004, Il Mondo di Mad, alla Triennale di Milano, nel 2008, “Mad’s land-italian fashion. Design and lifestyle in Maddalena Sisto’s drawings”, alla Triennale di Milano, Tokyo e Giappone.
Fino al 29 gennaio
Galleria Riccardo Crespi
via Giacomo Mellerio 1, Milano
Info: 0289072491; www.riccardocrespi.com