Globalizzazione razziale

Elia Alba espone tre progetti alla galleria Overfoto sotto il titolo “The face of mindkind”. Il primo lavoro è un video “If I were a…” del 2003. In quest’opera sono centrali i processi instaurati dalla globalizzazione come il riconoscimento razziale, sessuale e sociale di persone che stanno ai margini della società, ad esempio omosessuali e extracomunitari che vivono nelle grandi città: a New York come in Italia e in altre parti del mondo. Tutto è spiegato tramite il medium del travestimento: un personaggio si muove indossando tre abiti diversi, due sono formati da stoffe su cui sono stampate immagini di parti del corpo dell’artista riadattate, mentre il terzo è formato da un incrocio degli altri due. Il personaggio ha una maschera con l’autoritratto dell’artista.

Del 2006 Larry Levan, una serie di fotografie dedicate a Mr. Levan dj resident del club Paradise Garage di New York, attivo fra gli anni ’70 e ’80. Elia Alba è riuscita ad assistere alle sue performance artistiche e ha realizzato foto in bianco e nero che riprendono quell’atmosfera. I protagonisti delle foto indossano maschere con la faccia di Levan.

Il terzo progetto si chiama “Busts” ed è una istallazione del 2009 presentata alla decima edizione della Biennale dell’Havana. Sono sculture che ritraggono busti umani ma non sono celebrativi come la consuetudine del mezzobusto, rappresentano invece amici e parenti. Si raggiunge così una condivisione intima con il pubblico. La Alba, nata nel 1962, è figlia di genitori domenicani ma vive e lavora a New York. Del 2001 il riconoscimento del Whitney museum independent study program.

Fino 12 febbraio 2011
Galleria Overfoto
vico San Pietro a Maiella 6, Napoli
Info: 08119578345; www.overfoto.it