Van Gogh, fra città e campagna

L’amore per la vita rurale, scandita dal ritmo regolare e confortante delle stagioni, che si esplicita nei ritratti di instancabili contadini e di scene campestri, e quello per la vita cittadina, emblema del progresso, di un ambiente culturale in evoluzione. Possono apparire aspetti contradditori, ma al contempo rappresentano le due facce della stessa medaglia sulla quale si sviluppa la mostra “Campagna senza tempo-Città moderna”, dedicata al genio di Vincent Van Gogh e accolta al Complesso del Vittoriano dall’8 ottobre al 6 febbraio.

Dopo ventidue anni Roma torna dunque a ospitare nell’ambito di un’unica grande mostra i capolavori del padre dell’impressionismo, “pittore maledetto” del tardo Ottocento, potendo contare su un lungo elenco dei prestigiosi musei prestatori: dal Van Gogh museum al Louvre, dal Moma al Guggenheim alla Tate gallery. Patrocinata dalla presidenza della Repubblica e promossa dal Mibac («Con questo evento il Vittoriano diventerà il museo dei musei. Abbiamo il target delle 500mila presenze di Caravaggio e auspichiamo che questa mostra possa avvicinarlo», le parole del sottosegretario Francesco Giro), “Campagna senza tempo-Città moderna” propone settanta capolavori tra dipinti, acquarelli e opere su carta e lettere originali di Van Gogh e oltre trenta opere degli artisti dai quali il maestro aveva tratto profonda ispirazione: Millet, Pissarro, Cézanne, Gauguin e Seurat.

Curata da Cornelia Homburg, tra le più rinomate studiose del genio olandese – «non ci sarà il Van Gogh dei girasoli e delle nature morte», ha tenuto a precisare – l’esposizione ripercorre le tappe dell’esistenza artistica del maestro: ritratti di contadini e di lavandaie, campi fioriti, mulini e orti, ma anche stazioni ferroviarie, strade, operai e tessitori.

Info: www.comunicareorganizzando.it

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