L’intimo cammino riflessivo sul fascino della tangibilità e della soggettività della materia pittorica è alla base della personale di Nataly Maier, Sconfinitudine, allestita fino al 25 ottobre dalla galleria Antonella Cattani contemporary art di Bolzano. Il titolo della mostra è un neologismo coniato dalla stessa artista tedesca «per indicare la libertà che avverte di aver conquistato nella pratica pittorica, la sensazione di essere approdata a una soglia d’azione aperta a infinite possibilità».
A parlare è il curatore Dario Trento, che sottolinea come l’indagare della Maier prende il via da un confronto con alcuni capolavori della storia dell’arte occidentale, viaggiando di pari passo alla travolgente affermazione dell’esperienza emozionale individuale. «Alcuni dipinti antichi offrono all’artista la profondità nell’immagine, la possibilità di approfondire la conoscenza delle realtà attraverso di essa», illustra Trento. A questo proposito, Sconfinitudine si caratterizza di disegni ad acquerello su carta di formato intimo, studi approfonditi di opere rinascimentali e barocche, dai quali prendono origine i dipinti astratti di grande dimensione.
Dunque il recupero del dipinto antico quale forma di racconto dagli esiti più dissimili, senza dimenticare la complessità del lavoro della Maier «che spazia dalla fotografia alla pittura industriale su lamiera, alla pittura a olio. E ancora, la tempera all’uovo che consente una resa pittorica cristallina, definita in ogni dettaglio», conclude il curatore.
Info: www.accart.it