Un incubo dalle sembianze accattivanti e patinate, un baccanale mediatico dove il fascino del perverso non può che attrarre morbosamente lo sguardo. Gli scatti di Erwin Olaf, olandese classe 1959 che ha iniziato a immortalare discinti corpi sui set delle più note campagne pubblicitarie, nonostante la loro derivazione commerciale non finiscono mai per esaurirsi in una mera comunicazione da grande marca. «Le immagini che presento – precisa il fotografo – non hanno tanto a che fare con la moda in senso stretto, quanto con l’atteggiamento di pornografica mania da griffe: l’uso consumistico del sesso, insito nella pornografia, è simile all’atteggiamento consumistico con cui divoriamo le proposte dei grandi protagonisti della moda».
Tuttavia la vera dimensione preferita dal fotografo è all’opposto quella privata, sommessa e intima, in cui si muovono le debolezze di moderni quanto melanconici protagonisti di pellicole crepuscolari. Immortalando interni di case abitati da profondi silenzi, i suoi lavori sono in realtà radiografie impeccabili e destabilizzanti dell’inquietudine contemporanea. La mostra al centro Forma, la sua prima personale in Italia, presenta sei tra le ultime e più significative serie realizzate: “Rain”, “Hope”, “Grief”, “Fall”, “Dawn” e “Dusk e Hotel”.
L’umanità che Olaf mette in scena è la copia esatta e patinata di quella reale, esibita ora su un nitido e asettico piedistallo e conservata sottovuoto. Come ha dichiarato: «Quando lavoravo alle mie serie, non ero perfettamente sicuro di cosa volevo dire. Ora sto crescendo. Ho più dubbi e non so dove il mio lavoro mi porterà, sento di stare esplorando. Quando realizzavo alcune serie ancora non conoscevo le risposte. Ora capisco finalmente cosa volevo dire. Non so esprimerlo a parole, ma credo di saperlo. La cosa migliore è quando, alla fine di tutto, rimane un punto interrogativo».
Fino al 12 settembre
Forma, centro internazionale di fotografia
piazza Tito Lucrezio Caro 1, Milano
Info: 0258118067; www.formafoto.it