Hachem, il potere della dialettica

Apre al pubblico in via eccezionale la piramide Cestia, seguendo giorni e orari precisi per poter visitare non solo la sua storica appartenenza romana, ma anche e soprattutto l’intervento che il giovane artista libanese Pascal Hachem ha realizzato nei giorni di permanenza capitolini.

L’installazione smaschera e indaga il concetto di potere alla base delle civiltà e il suo culturale susseguirsi nella storia. Così come a Beirut, Roma non ha diseguali dove le “contese” ingiustizie di supremazia vengono invitate a un banchetto vuoto per pretendenti sazi del niente. La mostra prosegue poi in piazza Montevecchio, dove la Federica Schiavo gallery ospiterà tre installazioni e altri piccoli lavori, in cui il tema del predominatore persegue la sua lotta di sopravvivenza, puntellando il candore di un’intimità innocua con un macchinario mastodontico di metallo e legno.

Il leit-motiv di questa danza autoritaria affida la sua pregnanza nella delicatezza e nel movimento: Hachem infatti lavora su una parcellizzazione minima di spostamenti, che assecondando gli ingranaggi elettrici, seguono impercettibilmente i suoi “meccanismi di potere”, mettendo in mostra una ripetuta battaglia tra vinto e vincitore. Una coltre di lenta immedesimazione invade le stanze della galleria e costringe il pubblico a pensare, facendolo soffermare sull’astuta lavorazione del fenomenologico concetto hegeliano ora messo in moto, nel vero senso della parola. A piccoli passi il padrone, schiavo del suo servo, condanna gli ordini del suo lavoro ad un’imprevedibile quanto inevitabile sottomissione servile di autocoscienza. Una è la giusta distanza da seguire e mantenendo il passo, Pascal Hachem dimostra come la dialettica ha avviato i motori del mondo, vivendo in esso e con esso.

Fino al 31 LUGLIO
Federica Schiavo gallery
piazza Montevecchi 16, Roma
Piramide Cestia
via del Campo Boario, Roma