Mimesi permanente

Il formato tradizionale per riprodurre la suggestione dell’immagine moderna, in bilico tra finzione e realtà. Tredici artisti internazionali, tutti giovanissimi, per Mimesi permanente alla Galleria d’arte moderna e contemporanea di Torino. Una mostra che indaga – attraverso prospettive europee, americane e asiatiche – il momento in cui la tecnologia separa l’immagine dalla realtà e la rende simulazione di essa. Fotografia, pittura, scultura, installazione e video: non una scelta nostalgica, piuttosto la volontà di esprimere tutto il paradosso del processo di produzione dell’illusione.

Simulazione, finzione “manifesta”, iper-realismo credibile: attraverso questi momenti le opere – rimbalzando da un mezzo espressivo all’altro – dipingono un panorama scivoloso, mai definitivamente raggiungibile. Nei lavori degli inglesi Anna Barriball e William Daniels, dell’americano Frank Benson e di Giuseppe Gabellone, i disegni assumono il rilievo di scultura, le superfici mimano spazi e materiali, le forme appaioni in bilico tra l’essere immagine e oggetto.

L’astrazione è centrale nelle opere di Roman Ondàk, Pratchava Phinthong e Carey Young (nella foto), che applicano all’arte concetti come le fluttuazioni del valore del denaro, la natura del contratto legale, le previsioni sul futuro e la retorica politica. Artisti come Seth Price, Sterling Ruby e Kelley Walker si servono invece di immagini da riviste e dal web per trasformarle, renderle oscure e misteriose.
Mimesi permanente resterà aperta al pubblico fino al 29 giugno. Prezzo del biglietto di 7,50 euro, 6 euro il ridotto.