Nidi, il progetto espositivo di Santiago Morilla, viene presentato nel suo secondo appuntamento all’Accademia di Spagna dopo il primo incontro al pastificio Cerere, entrambe le sedi nella capitale. La riflessione sull’architettura ha portato l’artista a elaborare la propria visione di edificio che nella sua minima espressione si rifà al nido come costruzione conclusa nella sua essenza, ma da un altro punto di vista di breve durata.
Il rapporto fra uomo e architettura, contestuale alla poetica di Morilla, acquista maggior rilievo se la riflessione parte dalla vita nella città di Roma dove ci sono esempi storici e moderni del concetto di costruzione, come confermano le parole della curatrice Federica Forti: «Gli edifici vengono sacralizzati o al contrario dissacrati, riconvertiti e riutilizzati, alcuni sono stati demoliti ed altri sono diventate icone del passato. Roma in quanto museo a cielo aperto è testimonianza eclatante di questo fenomeno, ma perché costruiamo?» A questa domanda sembra voler rispondere Morilla con le sue figure, presentate al pastificio Cerere, avvolte nel nero delle vesti, figure che indicano un legame umano con il luogo, ispirate all’idea di nido; mentre alla Reale accademia di Spagna, dove vive attualmente come borsista, presenta video sempre legati alla stessa ricerca che deriva dalla sua fascinazione per gli uccelli.
In un’intervista realizzata da Maria Letizia Bixio definisce l’idea che lo ha condotto nel suo percorso riferendosi al luogo che lo ospita: «Nel chiostro c’è un affresco del 1600 di San Francesco che predica agli uccelli, ha colpito da subito la mia attenzione, è paradossale, geniale. Quella scena ritratta è un delirio della comunicazione moderna, un cortocircuito, altro che torre di Babele. Questo dipinto mi ha in qualche modo influenzato tanto che i primi tempi ero ipnotizzato a guardare dalla vetrata del mio studio gli stormi nelle varie fasi del giorno. Gli uccelli sono un elemento aereo affascinante perché incomprensibili. Concettualmente mi interessano perché sono i messaggeri di quei luoghi sui quali non arriva la vista umana. Inoltre credo anticipino, con i loro comportamenti, cose al di là da venire; si pensi al mutamento delle tratte migratorie». Il terzo appuntamento con questo progetto è a settembre nella Galleria romana Co2 contemporary art.
Fino al 15 giugno
Reale accademia di Spagna
via di San Pietro in Montorio 3, Roma
Info: 065812806; www.raer.it