Accolta nella cornice della fondazione Bevilacqua La Masa, alla sede della galleria di piazza San Marco, Il furore delle immagini intende attribuire la giusta visibilità a un progetto culturale della fondazione Venezia, «che è stato avviato grazie all’acquisizione del fondo librario e dell’archivio fotografico di Italo Zannier». A parlare è il curatore della retrospettiva – allestita dal 16 aprile al 18 luglio – Denis Curti, che tratteggia un ritratto del maestro. «Zannier rappresenta ancora oggi un pioniere: è stato il primo a redigere libri sulla storia della fotografia e a introdurre in Italia una logica di cultura fotografica».
La mostra diviene quindi un’occasione per accedere al prezioso materiale – studiato, catalogato e restaurato – che racconta la storia “a scatti” nel nostro paese, dagli esordi fino alle tendenze contemporanee, «evitando accuratamente di incappare in qualsiasi atteggiamento snob oppure di invidia nei confronti dell’arte contemporanea», si affretta a precisare Curti. Da qui l’esposizione di 260 immagini, corredate da una serie di libri e album fotografici, che consentono un’accurata lettura storica delle opere dell’archivio Zannier, delineando le tappe fondamentali dell’evoluzione tecnica ed estetica della “meravigliosa invenzione”.
«Il furore dell’immagine viene aperta dagli autori italiani di fine Ottocento, come Carlo Naya con l’incredibile stampa, fuori formato per l’epoca, Venezia al chiaro di luna datata 1870 e un raro dagherrotipo del 1855», spiega il curatore che, in collaborazione con Angela Vettese, ha voluto allestire una mostra nella quale le immagini dialogano incessantemente con testi e documenti. In parallelo all’esposizione, la fondazione promuove una serie di workshop, incontri e seminari coordinati dall’agenzia Contrasto dedicati ai giovani e agli appassionati di fotografia, accompagnati da un video documentario sulla collezione Zannier e da un concorso fotografico riservato agli studenti delle scuole superiori della provincia di Venezia.
Info: www.bevilacqualamasa.it