Dopo gli ottimi riscontri ottenuti dall’esposizione londinese, con la curatela di Paolo Colombo, arriva per la prima volta in Italia "The museum of everything". Accolta dal primo aprile al 29 agosto nella cornice della pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino, presenta un’eclettica selezione di oltre trecento opere di artisti contemporanei non tradizionali: dai dipinti ai disegni, dalle sculture alle incisioni, ai libri, alle installazioni.
«I protagonisti della collezione di The museum of everything provengono dall’Europa, dagli Stati Uniti, dall’Asia, ma hanno una caratteristica comune: quella di realizzare opere non per il pubblico dell’arte», spiega Colombo. Incalzato, precisa che «questi artisti, soprattutto autodidatti, creano per necessità di sopravvivenza psicologica nell’ambito della loro terapia, mossi da visioni religiose o da stimoli ossessivi».
Dunque in cartellone vengono presentati i lavori di medium, minatori e mistici, ma anche quelli di artigiani con disabilità che agiscono al di fuori delle norme estetiche convenzionali. La collezione è costituita da esempi di opere sia dei più importanti artisti in questo ambito, come una serie unica di cinque pezzi in sequenza del custode dell’ospedale cattolico di Chicago, Henry Darger, sia di figure meno note al grande pubblico come Joseph Radler, il cui operato «si pensa possa toccare le corde sensibili dei visitatori italiani. The museum of everything ha invitato oltre cinquanta personalità del mondo dell’arte e della musica – da Mamma Andersson a David Byrne, da Nick Cave ad Annette Messager – a scrivere su quei lavori che li hanno ispirati, «testimoniando fattivamente l’interesse che questo progetto suscita nel mondo della cultura», conclude Colombo.