Liliana Malta, tra Pitagora ed Euclide

Un esempio perfetto di non coerenza. Un tiro alla fune costante è la dinamica creativa dell’artista Liliana Malta. Ora alcune sue significative opere vengono presentate da Enrico Mascelloni, che ne cura anche l’ottimo catalogo, alla galleria Emmeotto, in questa fine di febbraio romana che sa già di primavera. Una bella scoperta per quanti non hanno ancora potuto avvicinare quest’artista forte e altrettanto schiva, nata in quella Maierato che purtroppo, proprio in questi giorni, è nota alle cronache per gli impressionanti sconvolgimenti ambientali.

Una terra implacabile, che appartiene totalmente alla cultura mediterranea, nella sua percezione sensuale e dura, dionisiaca e platonica. E di questo dualismo è impastata la scultura di Liliana Malta, nelle terrecotte nude, con piani aguzzi che scivolano via o timidamente si accostano puntando decisamente al cielo oppure ripiegandosi, quasi origami elegantissimi, e i segni decisi e neri, le linee che attraversano il blu delle grandi tele incrociandosi, accoppiandosi, a creare nuove possibilità. Una dicotomia espressiva sottolineata anche in un passaggio del testo che Phong Bui le dedica: «Come disse Pitagora, laddove due linee si incontrano, la congiunzione è due volte più spessa, mentre al contrario per Euclide, le linee possono incrociarsi all’infinito e restare prive di spessore».

Liliana Malta, esordisce con la scultura iniziando sul finire degli anni ottanta con un percorso europeo di mostre: Zurigo, Francoforte e Dusseldorf. Prosegue la formazione all’International school of art, trasferendo la sua immaginazione plastica anche nella pittura, continuando un’ininterrotta serie di esposizioni e premi nazionali e internazionali. La mostra si apre il 27 febbraio e prosegue fino all’8 marzo.

Inaugurazione e presentazione catalogo
27 febbraio, ore 18

Galleria Emmeotto
via Margutta 8, Roma
Info: www.emmeotto.net