Non si capisce come mai ma accada. Sarà forse perché l’animo umano è un miscuglio di odio e rancore, ma ancor di più amore e tolleranza, disposto a perdonare tutti coloro che hanno perso la testa sulla gigliottina. Offrire l’altra guancia, non sempre, ma sempre più di frequente. E allora Mosca scende in campo e propone la riabilitazione della figura di Josif Stalin. I reduci comunisti russi, non più di duemila, con un’età media di 70 anni, hanno deciso di rivalutare uno dei personaggi più controversi e al contempo inquietanti del secolo scorso. E così la grande madre Russia si prepara a far sfilare tra le vie principali della sua capitale ben 10 gigantografie del dittatore. Quell’uomo che se da una parte portò un paese prevalentemente agricolo e senza futuro a divenire la seconda potenza mondiale dopo il 1945, contribuendo in maniera decisiva alla disfatta del nazismo, dall’altra fu anche colui che mandò a morte milioni di persone, civili, innocenti, donne e anziani. Non ebrei certamente, ma che divisero con il popolo detestato dal Fuhrer la stessa sorte.
Dal primo al 9 maggio in occasione dei festaggiamenti della vittoria sul nazismo, la piazza del teatro Boslhoj, monte Poklonnaja, poco distante dall’arco di Trionfo del Kutuzovskij prospekt, ospiteranno le 10 gigantografie di uno tra i volti più detestati di quella che un tempo fu l’Unione sovietica.
Non tutti sono d’accordo, il primo a essere contrario non tanto alla mostra, quanto alla lettura che le si vuole dare, è il sindaco di Mosca, Yuri Luzkhov che ha imposto le sue regole per permettere l’allestimento. Primo: la figura di Stalin dovrà essere affiancata sempre da qualche partigiano, operaio o politico che sia, per evitare proprio il tripudio insolente ed esagerato di una figura come la sua. Secondo: le didascalie che accompagneranno le foto dovranno essere riferite rigorosamente al periodo della Seconda guerra mondiale. I veterani comunisti hanno accettato il compromesso, d’altronde è un compromesso a loro favore. Ci sarà la mostra e in più anche la riabilitazione della figura di Stalin; celebrando i suoi indiscussi successi bellici e omettendo le nefandezze delle perseguitazioni. Meglio di così.
A schierarsi contro la rassegna anche Mikail Gorbaciov che ritiene il contributo stalinista un’occasione per confondere i giovani a credere in un pezzo di storia la cui natura è ben diversa. Ma se da una parte Stalin scenderà di nuovo in piazza anche un’altra personalità a lui diametralmente opposta tornerà tra i ricordi dei russi: Nikita Krusciov. Il primo a denunciare i crimini stalinisti sta riscuotendo un notevole successo con la mostra fotografica a lui dedicata. Krusciov e il suo tempo, allestita sulla piazza del Maneggio si compone di decine di scatti fotografici rigorosamente in bianco e nero che ricordano, e questa volta è bene sottolineare "in chiave nostalgica", parte della storia di un paese.