Rotella prima del décollage

Mimmo Rotella prima del décollage, prima di sfondare con un’idea dell’arte che lo rese popolare oltre i confini nazionali. L’artista calabrese, scomparso l’8 gennaio del 2006, è stata una delle personalità più influenti del Novecento: graffiante, inimitabile, geniale. Nato a Catanzaro nel 1918, si sposta a Napoli nel 1933 per intraprendere gli studi artistici, ma ottenuto un impiego al ministero delle Poste e telecomunicazioni, nel 1941, si trasferisce a Roma. Tra il 1951 e il 1952, ottiene l’assegnazione di una borsa che gli permette di recarsi negli Stati Uniti dove ha l’opportunità di conoscere i rappresentanti delle nuove correnti artistiche: Robert Rauschenberg, Oldenburg, Twombly, Jackson Pollock e Kline.

Nel 1953, soffre di una crisi, durante la quale interrompe la produzione pittorica. Convinto che non ci sia più niente da fare di nuovo nell’arte, ha improvvisamente quella che egli definisce "illuminazione Zen": la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione artistica della città. Così nasce il décollage: rivivono sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada, adottando uno strumento caro ai cubisti e contaminandolo con la matrice dadaista del “ready made”. Nel 1955, a Roma, nella mostra "Esposizione d’arte attuale", espone per la prima volta il manifesto lacerato. Intanto nel 1960, dall’amicizia tra un critico lungimirante, Pierre Restany, e un gallerista "illuminato", Guido Le Noci, nacque il Nouveau Réalisme, di cui Rotella fu l’unico rappresentante italiano. Sono passati cinquant’anni dalla sua fondazione, e quaranta dalla sua "Ultima Cena", festa d’addio del movimento organizzata dal critico e dagli artisti coinvolti a Milano alla fine del novembre 1970.

Sabato 23 gennaio, con l’inaugurazione della mostra Mimmo Rotella. Prima del décollage alla galleria Colossi di Brescia, non solo vengono rintracciate le origini estetiche del Nouveau Réalisme, ma si entra nelle «pieghe del Rotella più nascosto e privato», scoprendo «un aspetto poco indagato della creatività del maestro, e tuttavia fondamentale per il suo percorso artistico verso il décollage», ha sottolineato Piero Mascitti, direttore della Fondazione Mimmo Rotella.
Opere che rivelano un astrattismo poco severo, come scrisse Emilio Villa, un linguaggio capace di rinnovarsi costantemente, teso alla ricerca di forme raccolte o disperse in nuovi equilibri; linee a raggiera creano geometrie di ellissi, rombi, poliedri irregolari, mentre segni netti e contorni densi formano legami e tracciano mappe. Durante la mostra sarà anche possibile ascoltare brani tratti dai poemi epistaltici di Rotella, a completamento del percorso espositivo.

Fino al 7 aprile
Colossi arte contemporanea
corsia del Gambero 12/13, Brescia
Info: 0303758583; www.colossiarte.it.