Carlini, oltre il monumento

La contemporaneità dell’arte rimane viva, dinamica, attuale grazie all’intervento di artisti come Maria Cristina Carlini, tanto elogiata in un importante incontro avvenuto ieri a palazzo Reale di Milano durante il quale critici, galleristi, storici dell’arte, collezionisti e giornalisti hanno non solo riassunto le imprese scultoree della Carlini ma anche cercato di approfondire le tematiche affini a una ricerca sempre nuova di materiali e fusioni tra essi per mano dell’artista.

Alla conferenza erano presenti personalità rilevanti del mondo dell’arte come il presidente dell’Inac, Istituto nazionale d’arte contemporanea Anselmo Villata, il presidente del Centro italiano per le arti e la cultura Vincenzo Sanfo, e gli storici dell’arte Fiorella Minervino e Giovanni Jovine. L’assessore alla Cultura meneghino Massimiliano Finazzer Flory ha contribuito informando i visitatori sui progetti futuri dell’artista, ponte tra Cina e Italia, tra Shangai, Pechino e Milano, e sull’originalità del suo pensiero creativo. Il primo appuntamento in Cina sarà proprio il 2 marzo a Pechino in vista del quarantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, durante il quale verrà inaugurato il monumento Viandanti. A maggio l’artista rappresenterà la Lombardia all’Expo di Shanghai e alla mostra organizzata in onore della Giornata internazionale della donna. Nel 2011 tornerà a Milano ricostruendo in una sua mostra personale i vissuti in Cina e minando il terreno artistico in favore di una felice esposizione italiana in vista del 2015. Inoltre, appuntamenti interessanti negli Stati uniti e a Miami accresceranno la fama italiana nel campo dell’arte con i sicuri successi di Maria Cristina Carlini. Non si può tralasciare che, dal 17 gennaio al 28 febbraio, l’artista celebra una sua mostra personale a Reggio Calabria che vedrà come protagonista una scultura di dimensioni gigantesche (cm 190 x 200 x 405) dal titolo Monumento al Mediterraneo.

«Nella biografia della Carlini c’è quello che può colpire tutti – dice l’assessore – cioè il segno di chi si è dedicato a riflettere attorno alla categoria monumento. Quando si parla di monumenti rimandiamo sempre a una funzione legata alla memoria o comunque a una condizione celebrativa. Gillo Dorfles ha sottolineato come la Carlini abbandoni la funzione celebrativa nei suoi monumenti, e ci restituisca qualcosa d’altro. Non soltanto immaginazione ma anche l’interpretazione dello spazio in una logica dialettica tra spazio interiore ed esteriore. Noi viviamo simultaneamente in due spazi, quello che abbiamo di fronte e quello che promaniamo, in qualche modo, dal nostro interno. Lo spazio diventa tale, e si trasforma anche come luogo quando lo spazio interiore accede a quello esteriore e viceversa in questo gioco di contaminazione». La Carlini è sicuramente un’artista di fama internazionale, un’artista robusta, poiché ricca di esperienze di ricerca, robusta come le sue sculture. Dorfles, infatti, dice di lei: «La linearità nello sviluppo di una determinata idea conduttrice, che si incarna nei materiali più idonei, mi sembra forse la maggiore qualità di queste importanti opere che costituiscono certamente un punto fermo nell’inquieto panorama dell’arte dei nostri giorni».

L’esuberanza artistica della Carlini è notevole, visibile sia nelle forme che nelle dimensioni delle sue opere, come nella varietà delle tecniche espressive e dei materiali utilizzati, quali argilla, grès, ceramica metallo, ferro e anche nel modo di rapportarsi alla città, museo a cielo aperto. L’interazione con le sue opere è tale da sembrare lei stessa parte d’esse, da far apparire i passanti costantemente presenti in esse come tracce volubili e mutevoli interagenti con oggetti dinamici e statici al tempo stesso. Come afferma Luciano Caramel: «La scultura è parte del luogo in cui si trova, è fatta dell’opera e dello spazio che la contiene, così da non essere un corpo estraneo, ma una parte della vita che la circonda». L’impotenza insita nell’uomo sembra dissolversi al vento nel momento dell’interazione con la materia resa in scultura dalla Carlini. Tra le sue opere più famose ricordiamo Africa, (2006), Gaza, (2004), Il giardino di Pietra (2008).