Il suo nome evoca colori sgargianti, profumi intensi di spezie ed essenze ai quali si intreccia un vociare confuso al limite del comprensibile; per le stesse caratteristiche diventa spesso sinonimo di disordine, caos: stiamo parlando del Gran bazar di Istanbul che con i suoi circa trentunomila metri quadrati è il più grande mercato coperto al mondo.
Su questo crocevia di storia e tradizioni, tra le quali non mancano di fare capolino i più moderni souvenir per turisti un po’ gonzi, ha puntato il proprio obiettivo la fotografa turca Figen Çiftçi, il cui lavoro è in mostra a partire da oggi all’ambasciata di Turchia a Roma. Nativa di Istanbul, l’artista ha voluto raccontare il luogo meglio in grado di riassume le caratteristiche di una città che, caso unico al mondo, si allunga su due continenti. Pur essendole molto familiare, il Gran bazar (noto anche col nome di Bezestan), ha cominciato ad attrarre la sua attenzione in maniera diversa, trascinandola tra le migliaia di viuzze che compongono l’intricata pianta del mercato. In questo percorso tortuoso e affascinante ha avuto modo di incontrare artigiani che da secoli tramandano di padre in figlio lavori fatti di sudore, pazienza, precisione.
Su queste tradizioni, a rischio di scomparsa per via dell’avanzare di centri commerciali e ipermercati, ha concentrato tutta la propria attenzione Figen Çiftçi ritraendo arnesi, mani e volti che compongono il tessuto umano del Gran Bazar e che sono sicuramente la sua più grande ricchezza. La mostra è un singolare tuffo in un mondo che ci appare tanto vicino geograficamente quanto lontano nel tempo.
Fino al 22 gennaio
Ambasciata di Turchia
piazza della Repubblica 55/56, Roma.
Info: 064871190; www.turchia.it.