Cinti, Romania in bilico

Grigio, bianco, azzurro in una sfumatura cinerea: sono questi i colori che dominano nelle foto della Romania di Manolo Cinti, insieme alla presenza quasi ossessiva della data 1989, e sembrano voler dire che la ferocia della dittatura a quel popolo ha negato la più ovvia espressione della gioia: i colori.

La personale del giovane fotografo romano intitolata Il prezzo della libertà e inaugurata il dieci dicembre all’Accademia di Romania, racconta le sorti di un paese che, vent’anni dopo la caduta di Ceausescu, ancora perde sangue dalle ferite inferte dal regime totalitario. È il sangue degli eroi della rivoluzione: uomini, donne, adolescenti, perlopiù non professionisti della guerra, semplici cittadini stanchi dell’oppressione dei quali Cinti ritrae le lapidi, ricordo agghiacciante ed emozionante di un sacrificio i cui frutti sembrano tardi a venire. La veduta sfocata del cimitero pare dire che sfocata è anche la memoria della loro morte. Ma il sangue è anche quello degli operai che perirono per costruire i palazzi del potere, terrificanti monumenti che Ceausescu fece innalzare come altari del proprio delirio di onnipotenza, seguendo una scellerata politica urbanistica che lo indusse a sventrare i quartieri più belli e antichi delle città di Romania.

La scelta sapiente dell’inquadratura, spesso obliqua, rimanda al senso di instabilità di un paese in bilico, che nonostante il recente ingresso nell’Unione europea arranca per venir fuori da povertà e disperazione. Eppure il capitalismo tenta di affondare le sue radici e i colori brillanti di Ikea fanno capolino tra un casermone e l’altro. Uno spiraglio di speranza più umana conclude il percorso della mostra e dopo i luoghi Manolo Cinti si sofferma sulla vicenda di Dorina, donna coraggiosa che ha lasciato il suo paese per approdare al sogno italiano. Ogni anno torna nella sua città natale, con le ferite nel cuore di chi abbandona la terra d’origine ma con la forza di chi ce l’ha fatta e ora si dedica ad aiutare gli atri. Un percorso completo e articolato quello di Il prezzo della libertà, che si avvale anche della preziosa collaborazione della poetessa rumena Ana Blandiana, a lungo perseguitata dal regime, e che costituisce uno strumento prezioso per avvicinarsi alla storia di un popolo contro il quale i pregiudizi sono ancora troppi e troppo radicati.

Fino al 10 gennaio
Accademia di Romania, piazzale José de San Martin, Roma
Info: 063201594; www.accadromania.it.

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