Un assolo dal pianeta Cina

Tutti uguali. Occupano quartieri interi e ricreano in ogni città le condizioni e le atmosfere del loro paese. Irraggiungibili e impenetrabili. Così diversi e distanti da noi, quasi ostili. Estranei e stranieri anche dopo decenni vissuti in un luogo che non è quello di appartenenza. I cinesi sono, sembrano, si comportano così. O almeno li percepiamo in questo modo. Ghettizzati non dagli altri, ma da loro stessi. Razzismo? Che noia, la solita solfa su tolleranza e pregiudizi. Mancanza di comunicazione e curiosità per questa cultura? Magari potrebbe essere una possibile risposta, accantonando moralismi e richiami alla solidarietà globale e al rispetto delle differenze. La lezione è stata impartita, bisognerebbe metterla in atto. Ma ognuno ha i suoi tempi. Nel percorso verso il diverso allora ci si imbatte in alcuni elementi che vorrebbero indirizzare la strada, alcuni fuorvianti, altri interessanti, altri ancora appaganti per le rappresentazioni sociali sia dei “buoni” sia dei “cattivi” cittadini. E quindi si legge: alcuni studenti della scuola media Trilussa di Milano, nel quartiere di Quarto Oggiaro, si sono rifiutati di sedere accanto ai loro compagni cinesi “perché puzzano”. E ancora: al centro missionario Pime di Milano, si inaugura la mostra “Huai Dan” (Uova marce), che presenta personaggi e problemi del pianeta dissidenti in Cina. Un passo avanti, un passo indietro. Una danza che ognuno balla a modo suo. 

Tra le note si inserisce un assolo di violino, intonato dall’11 dicembre nelle sale di Palazzo Reale che ospita Cina. Rinascita contemporanea. Di che si tratta? Di una collettiva, ben studiata e non a caso ben “orchestrata”, sulle ultime tendenze della creatività degli "occhi a mandorla". Un grande evento dedicato all’arte contemporanea cinese che offre un percorso tra oltre 50 artisti e più di 180 opere tra dipinti, installazioni, sculture e video, e si propone di illustrare l’arte degli ultimi quindici anni della Repubblica Popolare Cinese. Il progetto è ideato da Primo Giovanni Marella, promosso dal comune di Milano, è prodotto da Palazzo Reale con 24 Ore Motta-Gruppo 24 Ore,  con il patrocinio della fondazione Italia-Cina. Tutti in campo per promuovere cultura e dialogo. Le opere presenti, a partire dal 1993, si dividono in sette sezioni e documentano il susseguirsi dei movimenti artistici del primo decennio del XXI secolo. Lo sapevate che in questo periodo l’arte contemporanea cinese rompe con gli schemi tradizionali del passato portando alla ribalta un linguaggio artistico che fa riferimento a quello occidentale riuscendo a mantenere un forte legame con la tradizione e la cultura locale? E come se non bastasse, gli artisti cinesi sono tra i più quotati nel panorama artistico contemporaneo? Certo quest’elemento non aggiunge molto alla validità e qualità della produzione, ma osservare un’opera in un ambiente protetto e accogliente potrebbe essere un valido spunto per una altrettanto valida riflessione sul mondo cinese, naturalmente parziale. Meno indigesto e più appagante (ma dipende sempre dai punti di vista) del solito involtino primavera.

Fino al 7 febbraio, Palazzo Reale, Milano. Info: 0254917; www.comune.milano.it/palazzoreale.

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