Luca Valotta, cantore d'emozioni

L’arte contemporanea è un campo minato. Strattonato dalle imprevedibili derive del mercato, della critica e dei galleristi, spesso capricciosi e dai gusti incomprensibili, il pubblico a volte non sa orientarsi. Il “bello” classico sfuma in miriadi di installazioni, performance, tele imbrattate da mani mosse da logiche oscure. Eppure qualcosa in questo meccanismo funziona: sorprendere ed emozionare è ancora possibile. E quando capita incontrando i lavori di un giovane talento, lo spettatore, anche quello meno smaliziato, tira un sospiro di sollievo: può osservare, vedere chiaramente, constatare i prodigi della tecnica di fronte ad un’opera ben realizzata. È il caso di Luca Valotta, nato a Lamezia Terme nel novembre del 1977, che da anni vive e lavora nella capitale.

Fin da bambino manifesta un interesse verso il disegno e la pittura che lo porterà a frequentare una scuola d’arte nella sua città natale, dove realizza i primi lavori. Nell’adolescenza si dedica a nuove esperienze artistiche avvicinandosi alla streetart, alla bodyart e alla fotografia. Finiti gli studi liceali scientifici si  iscrive e si diploma  all’Accademia di belle arti di Roma, presso la cattedra di Neomanierismo. Durante la permanenza romana  frequenta lo studio del maestro Bruno D’Arcevia, bravo pittore neomanierista, con il quale condivide l’amicizia e la passione per l’arte. Opera anche come scenografo per la realizzazione di eventi culturali; contemporaneamente matura una forte passione per il cinema, tanto da rimanerne influenzato nella sua ricerca pittorica.
Dopo gli anni della sperimentazione, rivolge l’attenzione all’arte figurativa, impiegando una tecnica antica e sempre affascinante, quella della pittura a olio. «Tra i miei maestri – rivela Luca – sicuramente Aristide Sartorio e Pellizza Da Volpedo». «Cerco di ritrarre le figure – continua – ma per portare avanti un’indagine sulle emozioni e i sentimenti degli individui». È un giovane creativo, ma con esposizioni importanti alle spalle. Tra le altre nel 2001 una prestigiosa collettiva alla Galleria Borghese di Roma, dal titolo Canova e i tipi fisici del Settecento. Attualmente espone nella rassegna La leggerezza dello sport a Il Polittico, sua galleria di riferimento.

Fino al 12 dicembre, via dei Banchi Vecchi 135, Roma. Info: 066832574; www.ilpolittico.com.