L'Ara Pacis in technicolor

L’Ara Pacis Augustae, che a dispetto del suo nome ha agitato molti sonni negli ultimi anni, domenica sera ha palesemente rappacificato tutti i presenti alla sofisticata proiezione cromatica su i pannelli e i raffinatissimi fregi vegetali del fronte occidentale e di quello orientale.

Applicata per la prima volta nella storia dell’archeologia monumentale romana, l’attesa illuminazione – frutto di un’avanzatissima tecnologia digitale che rende verosimili nei minimi dettagli bassorilievi e profili – si è adagiata sul marmo in un’atmosfera sospesa – mentre, immersi nel creativo sottofondo epico, aleggiava tutt’attorno lo spirito del generale romano Massimo/Russell Crowe.

Presenti il sindaco di Roma, Gianni Alemanno con il Sovraintendente ai Musei capitolini, Claudio Parisi Presicce oltre al gruppo di lavoro, che ha coinvolto numerosi studiosi della Sovrintendenza ai Beni culturali e dell’università La Sapienza di Roma, affiancati da consulenti e professionisti. Il progetto, nato alcuni anni fa, in concomitanza con la realizzazione dell’attuale contenitore di Meier, si propone l’intento finale, basato su confronti con la pittura pompeiana e sulle architetture greco romane coeve o filologicamente collegate, di “colorare” l’intero monumento – senza danneggiarlo – restituendone una visione realistica e, Winkelmann permettendo, piuttosto affascinante.

Info: www.arapacis.it.