I vizi di Terry Rodgers

Non sono soggetti inventati, frutto della fantasia, i personaggi ritratti nelle opere de Terry Rodgers ma, al contrario, scorci di abitudini reali di una società, quella contemporanea, in cui il "vizio" sembra oramai giocare un ruolo fondamentale. Molto simili alle fotografie e allo stile grafico di Jack Vettriano, benché soggetti, forme e dimensioni siano decisamente meno eleganti, le opere dell’artista verranno esposte in una anteprima europea a Bruxelles dal prossimo 14 gennaio al 27 febbraio 2010 nella Aeroplastics Contemporary -32 rue Blanche.

Donne svestite o seminude, ritratti di intuibili orge della classe medio alta, sono i soggetti raffigurati da Rodgers. Dalle tele, però, emerge un profondo senso di disorientamento, e un’inquetudine che lascia intravedere una definita insicurezza. Nonostante gli uomini vengano raffigurati in atteggiamenti fieri, i volti dei personaggi, il più delle volte sono rivolti verso il basso, i loro sguardi non si incrociano mai, e più che di divertimento evidente si può parlare di una vera e propria insoddisfazione generalizzata. Che sia una denuncia alle discutibili abitudini contemporanee? Una possibile chiave di lettura.

Terry Rodgers  è nato a Newark, nel New Jersey, l’11 settembre 1947. Fin da bambino di avvicina al mondo dell’arte, attratto in modo smisurato dalla fotografia. È dal cinema e dalle pellicole analogiche, infatti, che Rodgers inizia a prendere spunto per la sua pittura decisamente realista. Nei suoi quadri dove vengono raffigurati principalmente figure umane, con lo scopo non di riprodurre fedelmente un’immagine reale quanto più suscitare in chi la guarda un senso di autotenticità. I suoi ultimi lavori si focalizzano sulla denuncia e sullo studio della società americana contemporanea; la sua pittura diventa così uno strumento di denuncia di una classe, quella medio alta, borghese, conservatrice, che fa lustro di sé ma che nasconde però un’immane fragilità interiore.

Egli ha, così, accettato la sfida di disegnare un affresco dell’America contemporanea. «La mia speranza è che questi dipinti rivelino la fragilità, le debolezze, le frustrazioni, che gli esseri umani tentano di capire e risolvere». L’attenzione rivolta al sesso non è casuale, al contrario pertinente con l’indagine di fondo. Rappresenta l’ultima via di fuga di un gruppo umano stanco di se stesso e di ciò che lo circonda. L’estremo in ogni sua manifestazione che dovrebbe, in qualche modo e misura, appagare o quantomeno mitigare una costante depressione individuale.