Alessandro Papetti di passaggio a Roma

Se non fosse stato per il venticello freddo, presagio dell’inverno alle porte, la serata romana di mercoledì 11 novembre, non sarebbe stata molto dissimile da una di metà agosto. Per i vicoli del centro storico, infatti, pochissime persone a piedi, qualche auto blu, i negozi già chiusi. Nonostante il vuoto cosmico all’esterno, negli spazi di First gallery di via Margutta di pubblico non ce n’era affatto poco in occasione della personale di Alessandro Papetti, Passaggi.

«La mostra, racconta l’artista, riprende alcuni temi già presentati al palazzo Reale, come quello del bosco, lì esposto in anteprima, dove ho realizzato tre ambienti pittorici semicircolari in cui lo spettatore poteva immergersi completamente». A Roma, invece, l’allestimento è più tradizionale. Una ventina di quadri a parete, realizzati tutti più o meno contemporaneamente, propongono scorci rapidissimi, e la gente ne rimane affascinata.

Tra la signora col cagnolino, la coppia di curiosi capitati per caso e i tanti fan accorsi espressamente, si può dire che la vernice sia stata un piccolo evento a tutti gli effetti. Non si è visto, invece, Achille Bonito Oliva che, dopo aver presentato l’esposizione milanese, è stato impossibilitato a concedere il bis romano.

«Nell’opera di Papetti – scrive il celebre critico – passaggio significa eterno movimento, andata e ritorno, senza alcuna gerarchia. Quest’ordine chiede soltanto l’evidenza della propria autonomia linguistica, che prende atto di come rispetto al dignitoso sguardo sociale sia possibile andare oltre la tautologia statistica del presente, per fondare l’intensità di un presente duraturo e circolare, liquido come l’acqua, vaporizzato come il vento e imprevisto come il bosco, i veri soggetti dell’opera totale di Alessandro Papetti». Una pittura istintiva, dunque, dai tocchi impressionsitici, senz’altro coinvolgente. La mostra è visitabile fino al 15 dicembre.

Info: www.firstgallery.it.

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