La "grandeur" di villa Medici

Un omone tiene sotto braccio il muso di un cane. Ha la gobba e i piedi volti all’indietro. È un intercedere impossibile quello del personaggio enigmatico dipinto da Gérard Garouste che, in questo suo autoritratto del 2002, introduce la metafora del fiuto animale come intuizione.

"La masque de chien" è l’immagine guida della prima personale dedicata al pittore francese in Italia e la prima grande mostra ospitata a villa Medici da quando è cambiato il direttore. Lo scettro, perché di una reggia si parla, è passato da Frédéric Mitterand a Éric de Chassey, professore di storia dell’arte contemporanea all’università di Tours. L’annuncio è stato dato a inizio settembre dal presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, la nomina fortemente caldeggiata da Mitterand, attuale ministro della Cultura. «È un fil rouge molto forte quello che mi lega a Mitterand, è stato lui a volere fortemente questa mostra», confessa de Chassey, scusandosi per l’italiano ancora zoppicante, durante la conferenza stampa di “Le classique et l’indien”.

Il significato del titolo lo spiega l’artista stesso: «Una notte incontro un uomo, lungo una strada di campagna. Si ferma e mi spiega che l’umanità è divisa in due categorie di individui: i classici e gli indiani. Essi sono inseparabili, procedono sempre in coppia. Un indiano non si muove mai senza il suo classico, così come l’intuizione non può prescindere dalla ragione». E quella del classico e l’indiano è una vera ossessione per Garouste, presente in tutti i suoi dipinti, spesso come doppia sfaccettatura del medesimo personaggio.

La retrospettiva è imponente, come imponente è lo spazio delle sale: l’altezza delle pareti e la grande dimensione delle tele camuffa quello che, in un qualsiasi altro contesto, avrebbe preso il nome di horror vacui. Perchè le opere sono tantissime e onnipresenti e accompagnano lo spettatore dalla prima sala fino all’atelier del bosco, secondo un moto ascensionale veramente suggestivo. Dai ritratti su commissione alle sculture, e poi alle "gouaches", vero fiore all’occhiello della rassegna.

Info: www.villamedici.it