Barack Obama, dal Nobel all’arte

È l’uomo del momento. Del resto non potrebbe essere altrimenti. Dopo neanche un anno dal suo insediamento alla casa bianca, il presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama ha vinto il premio Nobel per la pace.
La commissione di Oslo ha infatti assegnato all’ex senatore dell’Illinois il prestigioso riconoscimento. Molte le motivazioni alla base della scelta e tutte meritevoli d’attenzione. Appena nove mesi da presidente e molte le battaglie che Obama ha promesso di portare a termine. Aperto al dialogo e impegnato a rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli, il presidente degli Usa, fin dai primissimi giorni del suo incarico, non hai smesso di invocare la riduzione degli arsenali nucleari impegnandosi per la pace globale riattivando anche le trattative con il Medio Oriente. Il prossimo 10 dicembre ritirerà il premio.

E intanto dopo il riconoscimento il presidente insieme alla moglie Mischelle termina l’arredamento della white house.
Non sempre è facile arredare le pareti di una casa. I quadri in qualche modo rappresentano l’anima di chi vive quelle mura. Se poi, la casa in questione non è un appartamento a caso, bensì la casa bianca il gioco si fa più complicato.
Il Presidente degli Stati Uniti d’America, l’uomo “abbronzato” per citare le tristi parole di qualcuno, per tutti Barack Obama, insieme alla moglie Michelle hanno portato l’arte moderna alla white house. Ormai, a nove mesi dalle elezioni, è arrivato il momento di completare l’arredamento della residenza presidenziale. Ovviamente il compito più arduo è stato affidato a Michelle Obama che insieme ai decoratori della Casa Bianca si è occupata della scelta delle opere da dislocare in giro per gli appartamenti e gli uffici presidenziali.

Dopo un’attenta analisi dei cataloghi dello Smithsonian American Art museum, della National Gallery of Art e dell’Hirshhorn Museum and Sculputure Garden, a vincere sono state principalmente opere moderne e contemporanee.
Un totale di 47 lavori scelti dai coniugi più importanti del mondo, tra cui figura, in rappresentanza del nostra “Bel paese”, Giorgio Morandi con la sua Natura morta del 1955. Ma non solo. Un ritratto di Barack Obama eseguito dall’artista livornese Enrico Bacci entra a fare parte della collezione di quadri della casa bianca. L’opera eseguita con la tecnica del collage è stata realizzata nel 2007.
E poi ancora sette artisti afroamericani fra cui William Johnson con il suo “Harem Renaissance”, Glenn Ligon con “Black like me no. 2”, le testimonianze di Gorge Catlin e Mark Rothko.

Scelte, queste, che qualcuno definirebbe azzardate se vedesse in una della stanze della casa bianca l’autoironico inno all’indecisione di Ed Ruscha “I think I’ll…” eppure questo ed altre forme sono state scelte dalla coppia presidenziale che denota un non trascurabile gusto artistico.
L’unica “buccia di banana” in questo vernissage quasi perfetto sembra solo una: appena sei le donne chiamate ad adornare le pareti della casa bianca, tra loro l’espressionista Alma Thomas con il suo “Sky light”.
Gran parte delle opere resteranno, poi, a disposizione della collettività nel caso di mostre o particolari eventi. Insomma svecchiare la Casa Bianca non è un’impresa facile ma chi avrebbe potuto segnare l’inizio se non Barack Obama?