Rina Faccio, in arte Sibilla Aleramo è stata una delle scrittrici più amate e al contempo discusse del XX secolo. Con una vita travagliata fin dall’infanzia, cercare di delineare un profilo, che sia quanto più pertinente alla realtà, di quella donna dai mille tormenti e dalle altrettante qualità artistiche risulta difficile. Eppure a cercare di far luce sull’Aleramo ci prova Alba Morino che alla Casa delle letterature dal prossimo 8 ottobre presenterà una retrospettiva dedicata alla scrittrice.
Donna forte e debole, soggiogata dalla propria storia eppure sempre desiderosa di cambiarne il corso, Sibilla Aleramo, nata ad Alessandria il 14 agosto 1876, si avvicina giovanissima alla scrittura. Prima piccoli racconti, poi, in età matura le collaborazioni con giornali, il suo impegno nella difesa delle donne, proprio lei vittima di violenze sessuali, che fece del femminismo una delle sue innumerevoli battaglie; giornalista, scrittrice di successo, poetessa, amante instabile, madre infelice, donna sola, tesserata del Partito comunista italiano al termine della seconda guerra mondiale, Sibilla Aleramo muore a Roma il 13 gennaio del 1960 lasciando dietro di sé un’ammirevole produzione letteraria concentrata soprattutto sulla sua vita, che non amò mai completamente, che mai la rese felice, ma che però, rappresentò un’impagabile fonte d’ispirazione.
La sua famiglia, la madre, il padre, quel marito che aveva abusato di lei, un figlio abbandonato, relazioni intense e discontinue, dolorose, eccessive come quella con Dino Campana di cui scrisse sulle pagine Le mie lettere sono fatte per essere bruciate «…e amai perdutamente Campana per non lasciarlo solo nella sua follia…» o i rapporti omosessuali, il più noto con Eleonora Duse, rappresentano la fonte di molte delle sue produzioni letterarie, da Una donna scritto ai primi del Novecento, a il Paesaggio, dal Frustino ad Andando e stando, arrivando a Un amore insolito e finendo con tanti altri ancora.
Uno stame autobiografico rintracciabile soprattutto in Una donna, che non è un’autobiografia quanto più un romanzo vero e proprio, dove la propria esperienza diventa parametro per tutte le altre donne.
Travolta da un flusso irrefrenabile di vita, Sibilla Aleramo, donna intelligente, lontana dai conformismi, libera da schemi e pregiudizi si mostrò capace di una resistenza continua, capace di uno spirito di sopportazione e di ribellione. Nei suoi scritti trasuda il senso di squallore tanto caro ad Alberto Moravia nei suoi Indifferenti e, quella ribellione che in parte può essere assimilabile alla stessa sentita da Elsa Morante e descritta sulle pagine de La Storia.
Eppure nonostante richiami letterari e analogie pertinenti, lo stile della scrittrice lombarda è particolare e universale. Sibilla Aleramo per pensieri, per immagini è il titolo della mostra visibile alla casa delle letterature fino al prossimo 22 ottobre, organizzata dalla fondazione Gramsci con la collaborazione del comune di Roma assessorato alle politiche culturali e della comunicazione. L’esposizione si articola in due percorsi. Il primo scandisce in ordine cronologico la vita della scrittrice attraverso la sintesi dei fatti, foto e documenti originali, mentre il secondo è costituito da una selezione di brani, tratti dalle opere della scrittrice. Info: www.casadelleletterature.it; 0668134697