Giornalisti d'arte

Il Castello di Rivoli cambia volto, o meglio presidente. Archiviata l’epoca di Cesare Annibaldi, il centro d’arte torinese ha un nuovo volto al vertice più alto. Lotta, ormai, da tempo con mamma Rai, per le redini della terza rete televisiva. È stato premiato svariate volte per il suo lavoro, per la sua creatura La storia siamo noi, uno dei migliori programmi di approfondimento pubblico che l’azienda di viale Mazzini abbia sfornato.

Di chi si parla? Ma di Giovanni Minoli. Dopo l’esperimento che ha  visto Fabrizio Del Noce alla guida della Reggia di Venarla e quello di Alain Elkann al museo Egizio, anche il castello di Rivoli punta a rinnovarsi attraverso volti noti del panorama televisivo. Sono stati moltissimi i pareri positivi piovuti sul giornalista di Raitre, e dalla Torino bene e dall’intera compagine politica. Sarà sufficiente?

Se funziona la regola basta apparire per esserci probabilmente sì. Se ci aggiungiamo poi che, oltre alla notorietà, Minoli è anche un buon giornalista allora magari riuscirà a ottenere quel riconoscimento negato al suo programma, tristemente rilegato in seconda serata e in un orario improbabile al mattino.
Resta ora da sciogliere, invece, il nodo sul direttore, quello cui spetta il compito più difficile: organizzare materialmente le attività del castello di Rivoli che, oggi, riesce ad attrarre poco più di 100mila visite all’anno.

Sono stati molti i volti che si sono alternati nella direzione del centro. Ben diciotto anni di Ida Gianelli, capace di dare all’attività del Rivoli una marcia in più non sono bastati. Oggi il Rivoli sembra aver perso il proprio smalto. Arranca nell’organizzazione di mostre di livello e anche ora che porta nelle sue sale l’arte cinetica di Gianni Colombo ha urgente bisogno di cambiare aria. 

Tra i nomi in lista figurano quelli di Andrea Bellini, Daniel Birnbaum, direttore della Biennale di Venezia e Massimiliano Gioni, curatore della fondazione Trussardi. Bellini è al momento il favorito, eppure sono molti a dissentire sulla sua ipotetica nomina. Il limite più grande per Bellini sarebbe quello di essere il direttore in carica di Artissima, la fiera d’arte contemporanea di Torino, capace di acquistare credibilità non tanto per la qualità mostrata, quanto più, invece, per il "core business" utilizzato. I più ottimisti credono comunque nella buona riuscita dell’ipotetico asse Minoli-Bellini, sia per l’esperienza e preparazione di Minoli, che per la competenza di marketing di Bellini. Il primo già c’è, ora non resta che aspettare per vedere chi ricoprirà il suo “alter ego” al Castello di Torino.

Info: www.castellodirivoli.org.